"In Europa bisogna eliminare il
principio dell'unanimità perché così non si va avanti.
L'unanimita' non e' un principio delle democrazie ma delle
dittature".
Lo ha detto lo scrittore Claudio Magris intervenendo
all'Ambasciata d'Italia a Berlino in occasione della
manifestazione Dedika 2017, organizzata dall'Istituto di cultura
italiano, in concomitanza con le celebrazioni del 60mo
anniversario della firma dei Trattati di Roma.
"Dell'Europa colpisce un po' il tentennare, il voler
conciliare tutto e il suo contrario", ha proseguito Magris
sottolineando il sogno di un'Europa federale.
"Vorrei votare il
mio presidente dell'Unione e vorrei che gli Stati nazionali
fossero quello che i Laender tedeschi sono per la Germania", ha
aggiunto, "la tutela degli interessi nazionali non deve
diventare partigiana".
"La caduta delle utopie e' la
caduta stessa del futuro", ha aggiunto Magris. Le utopie del Novecento
sono state il tentativo grandioso e tragicamente fallito della
politica di controllare l'economia, "oggi uno dei disastri e' il discredito dell'utopia".
Per Magris si e' "perso il senso che il mondo cosi' come e' non
basta e che non va solo amministrato".
Prevale una mancanza di
visione del futuro, ha proseguito, c'e' "una terribile caduta
dell'idea stessa che possa pensarsi un futuro diverso".
Per lo
scrittore triestino, il disincanto necessario, il sapere come
vanno le cose, va associato alla "capacita' di incantarsi", di
immaginare che "le cose possano essere diverse, almeno un po'".
"I realisti sono quelli che comprendono poco la realta'", ha
concluso Magris.
Nel confronto con altri popoli e
altre culture, "siamo in un momento in cui dobbiamo decidere
cosa accettare e cosa respingere". Per lo
scrittore triestino "bisogna unire il massimo possibile di
relativismo, cioe' di apertura alle culture degli altri, con il
minimo necessario di universalismo": principi irrinunciabili,
come "l'uguaglianza dei diritti delle persone".
Per Magris
l'apertura alle altre culture e' necessaria, "ma un mondo in cui
tutto e' permesso e' un mondo orribile".
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