fonte Nicoletta Castagni per ANSA
Enigmatico e controverso, ma
soprattutto uno dei pittori figurativi piu' importanti del '900,
formatosi alla lezione dei maestri italiani del XIV e XV secolo:
e' questo il Balthus, lontano dallo scandalo e dalla
provocazione, celebrato a Roma in una grande mostra allestita da
domani al 31 gennaio nelle due sedi delle Scuderie del Quirinale
e di Villa Medici, di cui l'artista fu direttore dal 1961 al
1976.
Esposte oltre 200 opere tra dipinti e disegni, provenienti
dalle maggiori collezioni internazionali, presentate in un
percorso unitario, che prevede, nella sede dell'Accademia di
Francia, anche la visita agli appartamenti in cui visse e ai
restauri da lui curati.
"E' come se nell'aria fosse rimasta impressa la sua firma
invisibile", dice la moglie Setsuko Klossowska de Rola
ricordando gli anni romani e l'impegno di Balthus per riportare
a splendore la magnifica residenza sul Pincio.
"Era un'epoca
meravigliosa", prosegue, ancora bellissima e rigorosamente in
kimono, protagonista con il marito della vita culturale e
artistica della capitale negli anni '60, condivisa con amici
quali Visconti, Fellini, Moravia. "C'era una grande vivacita',
Balthus era molto felice di farne parte".
E del resto Balthasar
Klossowski de Rola, nato e cresciuto nel cuore dell'elite
europea (la madre, dopo un burrascoso matrimonio con il celebre
storico dell'arte Erich Klossowski, si unisce al poeta austriaco
Rainer Maria Rilke), ha sempre avuto con l'Italia un rapporto
privilegiato.
A 17 anni, aggiunge Setsuko, Balthus gira la
Toscana in bicicletta, alla scoperta dell'arte quattrocentesca,
da Masaccio a Piero della Francesca, per un'esercizio di copia
che restera' fondamentale nella sua opera.
Assimilata nel profondo, la pittura classica e' la lezione che
sottende l'intera produzione di Balthus, come testimoniano i
dipinti allestiti alle Scuderie fin dalla prima sala, occupata
dalle copie di alcune scene della Leggenda della Vera Croce di
Piero della Francesca, che ispirano tele come 'La rue', nelle
versioni del 1929 e del '33.
Una sorta di manifesto estetico, in
cui la composizione prospettica si collega in modo evidente alla
tradizione, contro i dettami del movimento surrealista e delle
avanguardie all'epoca imperanti. E inoltre la scena inizia a
popolarsi di quei temi scandalosi di fanciulle concupite e
bambini morbosi, destinati a suscitare infinite polemiche.
Nella selezione romana, soprattutto per le Scuderie, la
curatrice Cecile Debray ha volutamente sorvolato sulla
produzione piu' scabrosa (di 'Lezioni di chitarra' c'e' solo un
disegno preparatorio, nel contesto del rapporto con Artaud e il
Teatro della Crudelta') puntando invece a documentare gli
influssi artistici e letterari. Ecco l'infanzia sospesa tra
innocenza, sogno ed elementi di sensualita', scaturiti dalla
lettura di Carrol.
E non manca la serie dei disegni ispirati a
'Cime tempestose' della Bronte, dove i protagonisti hanno le
sembianze di Balthus e della prima moglie, un legame cosi'
drammatico e spietato, che porto' l'artista a tentare il
suicidio. E come la donna e' al centro del celeberrimo 'La
toeletta di Cathy', cosi' Satsuko e' raffigurata nelle grandi tele
dipinte a Villa Medici come 'La camera turca', circondata dai
disegni, dagli scatti, e dagli ultimi incompiuti.
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