Dieci grandi anime. 2. Andrej Tarkovskij (6.- fine)
Sul
tema del sacrificio, dell’incontro tra il sacrificio umano – quello di Giuda
Iscariota, ma anche quello di ogni uomo, e dello stesso Tarkovskij, ormai
giunto al termine della sua vita - e
quello divino del Cristo, si giocano le ultime riflessioni del grande regista,
che sembra consegnare la sua anima, “faccia a faccia con la propria vita”, come
scrive il 4 novembre, un mese prima di morire.
Sono anche le considerazioni che
concludono il suo libro più famoso, quello nel quale Tarkovskij ha riassunto il
suo pensiero teorico, sul cinema, sulla creazione, sull’arte (20) . Nelle
ultime pagine di Scolpire il Tempo,
scrive:
Il
nostro mondo è scisso in due parti: il bene e il male, la spiritualità e il
pragmatismo. Il nostro mondo umano è
costruito, è modellato sulla base delle leggi materiali poiché l’uomo ha
costruito la propria società sul modello della morta materia. Perciò egli non
crede nello Spirito e rifiuta Dio.
C’è una speranza che l’uomo sopravviva,
nonostante tutti i segni del silenzio apocalittico preannunciato dall’evidenza
dei fatti ? La risposta a questo
interrogativo, forse, è contenuta
nell’antica leggenda sulla resistenza dell’albero inaridito, privato dei succhi
vitali, che ho preso come base del film più importante nella mia biografia
artistica (21).
Un
monaco, passo dopo passo, secchio dopo secchio portava l’acqua sulla montagna e
innaffiava l’albero inaridito, credendo senz’ombra di dubbio nella necessità di
quel che faceva, senza abbandonare neppure per un istante la fiducia nella
forza miracolosa della sua fede nel Creatore e perciò assistette al Miracolo:
una mattina i rami dell’albero si rianimarono e si coprirono di foglioline. Ma
questo è forse un miracolo ? E’ soltanto
la verità. (22)
Non ci sono forse parole migliori di
queste per raccontare cosa sono state la vita e il percorso artistico di
Tarkovskij. Il miracolo della pienezza
espressiva, creativa dei suoi film è sotto gli occhi di vecchie e nuove
generazioni. Il suo cinema è senza tempo, come la bellezza è senza tempo.
La fiducia, la fede nella vita – e nel
suo ispiratore – pur nelle traversie di una esistenza obiettivamente molto
difficile, a tratti penosa, hanno compiuto questo miracolo.
Forse meglio di ogni altro, Tarkovskij è
stato colui che con la sua arte – ma anche con il resoconto della sua vita – è
riuscito a tradurre, già in questo tempo terrestre, l’aforisma di Lao-tse, che
lo stesso regista aveva posto tra i suoi preferiti: Quel che v’è di più potente al mondo è quel che non si vede, non si
ode, e non si tocca.
(6. - fine)
Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata.
20.
Scolpire il Tempo, di Andrej Tarkovskij è pubblicato in
Italia da Ubulibri, 2002, a
cura di Vittorio Nadai.
21.
Il film a cui si riferisce è l’ultimo, Sacrificio.
22.
Scolpire il Tempo, cit. pag. 211
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