Stamattina, il fosso.
Stamattina
sono passato
sotto un albero
le sue fronde
cadenti
mi hanno
carezzato i capelli,
- un tocco
morbido e duro
allo stesso
tempo.
Non me ne ero
accorto:
quando, molto
tempo dopo,
mi sono
guardato allo specchio
ho scoperto
di avere tra i
capelli
minuscoli
frammenti
di foglie, rami
e polvere di
terra
come una
ghirlanda bruna
mi adornava la
testa.
E ho pensato:
sarà così
quando sarò morto,
gli alberi e la
terra
sfioreranno la
mia testa
se ne
impadroniranno
dolcemente
con terribile
silenzio
mi copriranno
nello stesso
modo
- tocco morbido
e duro
allo stesso tempo.
Ma poi un coro
vittorioso
e perduto, come
di bimbi afflitti
- per tutto
quel non vissuto,
la vita gettata
al vento del rischio –
ho sentito
sussurrarmi
un poema nuovo:
“ E’ già ora
così.
Non correre,
non andare
non oltre.
E’ qui, ora il
tuo fosso
da aprire, da
svellere
e vivere, bonificare
e nutrire nel
fondo del fondo
di tutte le ere
che lo hanno generato.
Tu sei l’odore di salvia
l’umidore del
mattino, la luce
che fa il giro
nuovo
nei segreti dell'ombra."
Fabrizio Falconi - tratto da M.C. Biggio (a cura di) - Luci da "Il Fosso" – Ventiquattro segni terrestri per Laudomia Bonanni (nel centenario della nascita). Poesie di Anedda, Biggio, Bre, Buffoni, Calandrone, Cavalera, Falconi, Giancarli, Gualtieri, Kinsella, Loi, Loreto, Mariani, Marzaioli, Merini, Pecora, Pizzi, Precht, Sica, Spaziani, Stewart, Tocci, Valesio. In copertina un olio di A. Arrivabene. Pp. 63, La Vita Felice, Milano 2008.
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