Pasolini e Roma, un legame
inscindibile e un rapporto di scambio tra il regista,
sceneggiatore, poeta e scrittore, nato a Bologna il 5 marzo
1922, uno dei maggiori artisti e intellettuali del XX/o secolo,
ma anche il piu' "scandaloso e controverso", e la capitale
italiana (dove si e' trasferito dal 1950 fino alla morte nel
1975).
E' il tema dell'ampia e ricca esposizione che si apre domani alla Cinematheque francaise di Parigi (fino al 26 gennaio) organizzata in collaborazione con il Centro de cultura
contemporanea di Barcellona (dove e' stata in cartellone fino al
15 settembre), il Palazzo delle esposizioni di Roma (in cui fara'
tappa dal 3 marzo all'8 giugno 2014) e il Martin-Gropius-Bau di
Berlino (in mostra dall'11 settembre 2014 al 5 gennaio 2015).
Gli archivi di Bologna e Firenze e l'Istituto Luce, con il
contributo della cugina di Pasolini, Graziella Chiarcossi,
custode dell'eredita' letteraria del maestro, hanno messo a
disposizione lettere autografe, sceneggiature, foto, film,
documenti inediti, libri, locandine, dipinti, disegni e oggetti
personali e intimi.
Il percorso espositivo di 'Pasolini-Roma' e' cronologico e la
voce di Pasolini accompagna il visitatore attraverso le varie
sezioni che sono anche i luoghi della capitale che il maestro
frequentava.
"La mostra - dice il direttore della Cineteca,
Serge Toubiana - cerca di rendere conto dell'importanza e della
complessita' dell'uomo attorno a un tema preciso, Roma vista
attraverso lo sguardo Pasolini: i film, le amicizie, i suoi
lavori come l'incarico di professore in un liceo di Ciampino, le
case in cui ha abitato. Pasolini si e' impregnato di questa citta'
per ridipingerla a suo modo".
Si parte con il suo arrivo in "una casa di poveri" nella
periferia di Roma dal Friuli, quindi l'appartamento in via
Fonteiana 86, nel quartiere di Monteverde, dove porta a
compimento il suo primo romanzo 'Ragazzi di vita', quello in via
Giacinto Carini 45, dove visse dal 1959 al 1993, nello stesso
palazzo di Bernardo Bertolucci, il quale e' diventato poi il suo
assistente, e poi l'ultima residenza in Via Eufrate e la
trattoria di Ostia dove ha cenato prima di essere assassinato.
Nel mezzo vari flash back: Piazza del popolo e il bar Rosati
dove era solito incontrare gli amici, Elsa Morante, Alberto
Moravia e Laura Betti, la collaborazione con Fellini sul set de
'Le notti di Cabiria'. Ma anche le frequentazioni con Ungaretti
e Calvino, i viaggi a New York, Parigi e in Africa, la relazione
professionale e di profonda amicizia con Ninetto Davoli
(presente all'inaugurazione della mostra che lo ricorda con
grande affetto e fierezza), le sue 33 denunce e l'accanimento
della giustizia nei suoi confronti, tra l'altro, per vilipendio
alla religione con il film 'La ricotta', per una presunta
tentata rapina ai danni dell'addetto a un distributore di
benzina, per censurare 'Accattone' e per le parolacce in 'Mamma
Roma'. Ci sono anche estratti e sceneggiature di film (in
programma nella sala della Cinematheque fino al 2 dicembre) da
'Accattone' (1961), a 'Il vangelo secondo Matteo' e 'Comizi
d'amore' (1964), 'Uccellacci e uccellini' (1966), 'Teorema'
(1968), 'Medea' (1969), 'Salo' e le centoventi giornate di
sodoma' (1975). Tra le novita' della mostra un percorso virtuale
sulla Roma di Pasolini disponibile sul web. Oltre a spettacoli,
letture, giornate di studi. Persino due stazioni della
metropolitana parigina dedicate a Pasolini.
"Questa esposizione non e' assolutamente commemorativa,
Pasolini non deve diventare un monumento - spiega il curatore
francese, Alain Bergala -: Pasolini non e' morto, il suo pensiero
non e' morto". "Nel XX/o secolo gli artisti che hanno meglio
interpretato o incarnato Roma non erano romani, salvo due
eccezioni, Roberto Rossellini e Alberto Moravia - ricorda anche
Gianni Borgna -. Pasolini, bolognese e friulano, fa cadere il
velo che nascondeva la Roma di periferia. Nei suoi romanzi e
film mostra un'altra Roma, a tal punto che si puo' dire che c'e'
una Roma prima e dopo Pasolini".
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