Probabilmente sull'argomento si sarà già riflettuto abbastanza, e ci saranno in giro chissà quanti trattati antropologici, ma è una cosa sulla quale - credo - non riflettiamo mai abbastanza. Un motivo della decadenza della nostra società - in particolar modo quella occidentale - è molto concretamente radicato nella nostra essenza biologica di esseri umani.
Mi spiego: fino a qualche generazione fa, l'infanzia e l'adolescenza avevano nella vita di un uomo una importanza temporanea straordinaria. Per molti secoli l'età media di vita di un uomo o di una donna non superava i quarant'anni o - quando andava bene - i cinquanta.
Di conseguenza, a causa della 'brevità' stessa della vita, l'infanzia e l'adolescenza occupavano la metà tonda o al massimo un terzo della vita di un individuo. E questo è quello che è accaduto anche a Gesù Cristo, che secondo il racconto evangelico, visse solo fino a 33 anni (anche se sappiamo che forse fu qualcuno di più, forse 36 o 37) e per il quale gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza - delle quali nulla o quasi sappiamo, se non brevissimi cenni in Luca - occuparono la metà della sua vita terrestre.
Con l'allungamento della vita, dovuto alle incredibili conoscenze scientifico mediche attuali, l'infanzia e l'adoloscenza sono diventate sempre più 'brevi' nell'economia di una vita. Se una persona vive oggi fino a 85 o 90 anni, l'infanzia e l'adolescenza non rappresenteranno che un 1/8 o 1/7 della sua lunga vita.
Questo aspetto comporta diverse conseguenze: la memoria dell'infanzia diventa sempre più 'lontana' nelle persone che vivono a lungo, inevitabilmente. E con lo smarrirsi di quei ricordi e di quelle emozioni, si smarrisce anche l'autenticità e la purezza di quello stato provvisorio del nostro corpo/psiche che, divenuto adulto, si è - per forza di cose - perduto.
Ecco perchè la nostra è una civiltà 'decadente': una civiltà nella quale i valori del nascente, di colui che nasce e che 'porta il nuovo' e che 'fa sembrare tutto diverso, tutto con occhi diversi' dura davvero troppo poco. Se fossimo capaci di trasportare anche nelle nostre lunghe - per fortuna - vite adulte, quella freschezza, quella innocenza, quella autenticità, non c'è dubbio che sarebbe davvero un mondo migliore per tutti.
Se fossimo capaci, come dice il Signore, di lasciare che quei bambini che eravamo venissero a Lui, e ritrovassero la forza di essere anche oggi quel che eravamo allora.
Fabrizio Falconi - 2009
Essere noi stessi, partecipare e fare nostro ogni istante della nostra vita (non possederlo ma esserne persuasi) senza farci stornare da nostalgie o da progetti senza fondamenta.
RispondiEliminaE nel frattempo far convivere in tutto ciò il "fanciullino" che è in noi, risvegliarlo, nutrirlo, ascoltarlo.
Grazie davvero, Angelo.
RispondiElimina.. si decadente, perchè priva di orizzonti, incapace di progettare futuri, svuotata di speranza, dove le persone allungano la vita ma non invecchiano perchè per invecchiare occorre la consapevolezza di avere vissuto e che ciò che siamo si è formato strato su strato,attraverso le diverse età della vita da quel piccolo essere indifeso e ultradipendente che ognuno di noi è stato. L'uomo tra i viventi è quello che a cui sono necessari i maggiori tempi di formazione per il raggiungimento della condizione adulta; perchè a diciotto anni un uomo o una donna hanno accquisito sul piano psichico, cognitivo e organico tutto quanto serve loro per affrontare la vita in una società complessa come la nostra eppure i ragazzi, oggi, son ragazzi fino a quarant'anni. In realtà l'adolescenza si è prolungata terribilmente è la conoscenza e consapevolezza di sè che si è ridotta drasticamente. Le ragioni sono tante ma vi è anche la scarsa consapevolezza del vivere. Si definisce vivere il saltare d'onda in onda, la visibilità e l'adesione ai mille idoli che questa società ci propone, ma di come si è formata e costruita la nostra unicità a partire dalle esperienze dell'infanzia e dell'adolescenza si stende un velo di dimenticanza e rimozione.In una società decadente, hai ragione Faber, i bambini non hanno valore, certo sono accuditi, si garantiscono loro i servizi, li si protegge ma condividere con loro l'esperienza della scoperta e della crescita è fatto sempre meno. Tu citi l'infanzia di Gesù. Guarda come Giuseppe e Maria gli sono stati vicino passo passo, lo hanno accompagnato, hanno considerato il tempo per lui e con lui investimento di speranza, senso della propria vita. Maria starà con lui a condividere gioie e dolori sino sotto la croce ma Giuseppe scompare e scompare dopo la festa di iniziazione all'età adulta di Gesù.Ha finito il suo compito lo ha fatto entrare da adulto nella comunità degli uomini. Questa è la speranza pensare che valga la pena crescere un figlio e farlo diventare uomo per affrontare le responsabilità che ogni generazione deve affrontare.
RispondiEliminaAlessandro, quanto ci sei mancato e che gioia riaverti con noi!
RispondiElimina'di come si è formata e costruita la nostra unicità a partire dalle esperienze dell'infanzia e dell'adolescenza si stende un velo di dimenticanza e rimozione'
queste parole mi colpiscono molto perchè sto affrontando personalmente un percorso di questo tipo, psicologico e spirituale insieme, e sto imparando a comprenderne tutta l'importanza se vogliamo costruirci come donne e uomini autentici, con tutte le sofferenze che questo cammino comporta e con tutte le gioie, queste sì vere e giuste perchè provenienti da Dio
un grazie grande a Faber che ci riunisce qui, come attorno a un fuoco
... ho fatto un operazione all'anca Magda, la mia cartilagine sente il tempo degli anni vissuti...sto facendo la riabilitazione, sempre in ospedale, dovrei uscire tra una settimana.E' sempre un tempo interessante quello della malattia, quando la malattia non invada tutte le dimensioni della vita e del corpo, li occorre ben altra tempra e ben altra fede; è un tempo interessante perché sei quel che sei senza fronzoli e ornamenti vari, il tuo corpo con le piccole incombenze quotidiane per riconquistare un autonomia provvisoriamente perduta e il tuo spirito quando la solitudine e il buio della notte fanno riemergere paure e abbandoni dimenticati dentro lo sfavillare della quotidianità.Fai in qualche modo l'esperienza di te stesso e occorre ogni tanto fare il punto, giusto per evitare illusioni e sbruffonerie. Solo per questo sono mancato e anche voi siete mancati a me.
RispondiEliminaSono felice che tu stia bene e che si possa ancora camminare insieme
RispondiEliminaverso la Vetta
Carissimo Alessandro,
RispondiEliminaè davvero un piacere grande ritrovarti.
E per prima cosa, vorrei augurarti una pronta ripresa, che - mi pare - è già nei fatti.
Quello che scrivi a proposito della malattia è come sempre molto toccante e vero.
In questi giorni mi capita di sentire molti amici che hanno problemi di questo tipo, o che magari vivono sulla loro pelle quelli di stretti congiunti, padri o madri.
Quindi questa tua riflessione capita a proposito.
La nostra civiltà è decadente - credo - anche per questa incapacità come tu descrivi bene, di fare i conti con sè stessi, con le illusioni generate da un vivere sparso e speso, spesso senza consapevolezza o necessità.
Lo spirito però ci presenta sempre il conto, anche quando crediamo che tutto finisca nel nostro giro di giostra, all'infinito.
Il bambino, per tornare al tema, comincia a rapportarsi alla vita, quando capisce che la giostra non funziona eternamente, e deve scendere, e obbedire al padre.
E' quello che ci viene richiesto anche a noi, tornare ad essere bambini, che sanno imparare i ritmi della vita, e non soltanto continuare un giro dopo l'altro...
A presto, Alessandro, e grazie per quello che hai scritto, e che scriverai.
Ciao Alessandro,
RispondiEliminabentornato!
anch'io non sono molto presente sia per ragioni di salute che per ragioni di famiglia che spero superare presto con l'aiuto del Signore.
Continuerò a leggerti con interesse e sono felice che tutto sia passato.
Quanto alla civiltà decadente è sotto i nostri occhi e non possiamo negarlo, ma penso contenga già in sé gli anticorpi per la rinascita. Speriamo di esserci anche noi tra questi! ;)
... e grazie dal cuore per quello che ci hai detto e che hai voluto condividere!
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