Valorizzare gli itinerari culturali per rilanciare il turismo in Sicilia dopo la fine della pandemia: e' questo l'obiettivo de "La Rotta dei Fenici", uno dei 40 itinerari internazionali riconosciuti dal Consiglio d'Europa, che mette in rete i luoghi del Mediterraneo e le sue vie di comunicazione commerciali e culturali, le stesse che furono testimoni dirette della presenza e del transito dei Fenici, che dal XII secolo a.C. diedero origine ad una grande civilta'.
Vie di comunicazione che poi sarebbero state
utilizzate, tra gli altri, anche dai greci.
Non e' un caso, d'altra parte, che la stessa sede de "La
Rotta dei Fenici" sia a Selinunte, nel cuore del piu' grande
Parco Archeologico d'Europa.
"Il tema centrale dell'itinerario
culturale - spiega Antonio Barone, direttore de 'La Rotta dei
Fenici' - non e' tanto l'archeologia, ma il riconoscimento,
attraverso la conoscenza di un'identita' storica comune, del
dialogo interculturale tra i popoli del Mediterraneo. Il nostro
e' un itinerario sulla cultura del mare, e noi facciamo in modo
che i visitatori abbiano un punto d'osservazione privilegiato,
che permetta loro di comprendere cio' che fu il Mediterraneo
(come crocevia di navigatori geniali come furono i Fenici) e cio'
che e' diventato oggi".
E cosi', a fare da cornice a "La Rotta dei Fenici" ci sono i
luoghi fisici (come, ad esempio, il sito archeologico di
Adranone a Sambuca di Sicilia o il territorio di Inico, l'antico
toponimo della odierna Menfi), ma c'e' soprattutto il "Turismo
esperienziale", quello che punta a trasformare il viaggio in un
momento di integrazione culturale.
Tutto questo si traduce nel
tentativo di sviluppare il turismo attraverso la
destagionalizzazione e il ricorso a piccole strutture ricettive.
"Una formula - osserva il direttore dell'itinerario - che sta
suscitando tanta curiosita', e che stiamo mettendo a disposizione
di diversi governi europei e dei piani strategici di numerose
regioni".
Tra le varie proposte de "La Rotta dei Fenici" uno spazio
principale e' quello occupato dalle cosiddette "Smart Ways", un
modello gia' adottato a livello europeo e che si concretizza in
percorsi di eccellenza localizzati lungo tutto il Mediterraneo.
In Sicilia, in particolare, la "Smart Way" si snoda lungo
l'antica Via Selinuntina (tra Siracusa ed Erice). Ma non e'
tutto.
L'itinerario culturale "Le Rotte dei Fenici" collabora
anche con i Gruppi Archeologici d'Italia, con la Rete degli
Ecomusei e con la stessa Soprintendenza del Mare, con
l'obiettivo: valorizzare il patrimonio archeologico subacqueo.
Tra le piu' recenti iniziative programmate da "La Rotta dei
Fenici" ci sono anche esposizioni itineranti, possibili grazie
all'ausilio della "Rete dei Musei" (di cui fa parte anche la
Rete Museale Belicina).
"Proponiamo - chiarisce Barone - una
sintesi tra tutti quei temi che suscitano riflessioni diffuse su
interculturalita' e relazioni storiche, sociali e culturali
stabilite lungo le rotte marittime e gli approdi attraversate
dalle antiche civilta' mediterranee".
All'itinerario culturale "La Rotta dei Fenici" oggi
aderiscono un centinaio tra enti pubblici e privati di una
dozzina di paesi europei ed extraeuropei. C'e' anche la Regione
Siciliana. Nel corso del tempo all'itinerario culturale hanno
aderito numerosi comuni siciliani.
Ne fanno tuttora parte
Campobello di Mazara e l'Unione dei Comuni delle Terre Sicane
(con Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di
Belice e Caltabellotta) ma anche associazioni culturali, reti di
imprese turistiche e, da poco tempo, anche l'Unione Nazionale
delle Pro Loco Italiane, che raggruppa piu' di 6.000 sodalizi.
In
Sicilia sono pronti ad aderire alle "Rotte" numerosi altri
territori, come Gibellina, Gela, Prizzi, Cefalu', e sono in corso
contatti perche' ritorni attiva Marsala e nuove proposte, come ad
esempio Sciacca, con le sue antiche terme.
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