Torna in esposizione al Museo delle
Navi Romane di Nemi, in provincia di Roma, il mosaico
proveniente dalle navi di Caligola, esportato illegalmente in
America nel dopoguerra e restituito all'Italia grazie all'azione
dei carabinieri del comando Tutela Patrimonio Culturale.
Il
direttore generale dei Musei, Massimo Osanna ha presentato il mosaico recuperato, che da oggi sarà possibile ammirare nel rispetto
delle norme di comportamento previste per il contenimento
dell'emergenza epidemiologica da Covid-19.
Il mosaico a intarsi marmorei (opus sectile) faceva parte
delle ricche decorazioni presenti sulle pavimentazioni delle due
navi dell'imperatore Caligola.
Proveniente dagli scavi condotti
nel 1895 da Eliseo Borghi, fu restaurato con materiali diversi e
con integrazioni moderne.
L'inserimento in una cornice moderna,
presente anche sul retro, non consente piu' di cogliere i
dettagli costruttivi, che possono pero' essere ricostruiti grazie
agli altri frammenti conservati nel Museo.
Esportato illegalmente nel dopoguerra, il mosaico è stato
restituito al Museo delle Navi Romane grazie all'azione dei
Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che, con la
fattiva collaborazione di esperti del settore, hanno individuato
il pavimento in una collezione privata a New York, consentendone
il sequestro e la riconsegna all'Italia.
Il Museo venne costruito tra il 1933 e il 1939 per ospitare
due gigantesche navi appartenute all'imperatore Caligola (37-41
d.C.) recuperate nelle acque del lago tra il 1929 e il 1931.
È
stato quindi il primo Museo in Italia ad essere costruito in
funzione del contenuto, due scafi purtroppo distrutti durante un
incendio nel 1944.
Riaperto nel 1953, il museo venne nuovamente
chiuso nel 1962 e infine definitivamente riaperto nel 1988.
Nel
nuovo allestimento, l'ala sinistra e' dedicata alle navi, delle
quali sono esposti alcuni materiali, come la ricostruzione del
tetto con tegole di bronzo, due ancore, il rivestimento della
ruota di prua, alcune attrezzerie di bordo originali o
ricostruite (una noria, una pompa a stantuffo, un bozzello, una
piattaforma su cuscinetti a sfera).
Sono inoltre visibili due modelli delle navi in scala 1:5 e
la ricostruzione in scala al vero dell'aposticcio di poppa
della prima nave, su cui sono state posizionate le copie bronzee
delle cassette con protomi ferine.
L'ala destra e' invece
dedicata al popolamento del territorio albano in eta'
repubblicana e imperiale, con particolare riguardo ai luoghi di
culto; vi sono esposti materiali votivi provenienti da Velletri
(S. Clemente), da Campoverde (Latina) da Genzano (stipe di
Pantanacci) e dal Santuario di Diana a Nemi, oltre ai materiali
provenienti dalla Collezione Ruspoli.
All'interno di quest'ala e'
inoltre possibile ammirare un tratto musealizzato del basolato
romano del clivus Virbii, che da Ariccia conduceva al Santuario
di Diana.
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