Ci sono voluti quattordici anni - ma i romani in realtà contano un periodo molto più lungo di impossibilità di fruire di uno dei più maestosi monumenti della Roma antica ancora perfettamente esistente - per poter tornare a visitare il grande Mausoleo di Augusto in Campo Marzio. E al di là delle inopportune fanfare politiche - chi apre oggi sfrutta il lavoro precedente, iniziato molti anni fa, la novità ha incontrato una risposta clamorosa da parte dei cittadini quanto mai ansiosi - visto il tragico periodo di lockdown dal quale si proviene - di riappropriarsi di uno dei gioielli della città, con l'esaurimento delle prenotazioni disponibili fino al 30 giugno in sole 24 ore.
Ma è interessante chiedersi: Com’era fatto, in origine, il Mausoleo di Augusto?
Il Mausoleo imperiale fu iniziato da Augusto nel 28 a.C. al suo
ritorno da Alessandria, dopo aver conquistato l’Egitto.
Proprio
ad Alessandria Augusto aveva avuto modo di vedere la tomba in stile ellenistico fatta costruire da Alessandro Magno, per il quale
Augusto nutriva profonda ammirazione. E la cui ricostruzione si può ammirare in questa grafica del Trecento, in testa all'articolo.
Il primo a essere stato
seppellito nel Mausoleo fu Marco Claudio Marcello, il nipote
di Augusto morto nel 23 a.C., insieme alla madre di Augusto,
Azia maggiore. Seguirono poi Marco Vipsanio Agrippa, Druso
maggiore, Lucio e Gaio Cesare. Augusto vi trovò sepoltura nel
14 d.C., dopo che il suo corpo fu trasportato da Nola, dove era
morto. L’ultima a esservi sepolta fu Giulia Domna, dopodiché
l’enorme Mausoleo (ottantanove metri di diametro per quarantaquattro
di altezza) cadde in rovina e fu destinato nei secoli agli
usi più disparati: da roccaforte nel XII secolo a cava di travertino,
vigna, giardino, anfiteatro e sala di concerti, fino al 1936, quando
iniziarono i lavori di sistemazione della zona.
Fabrizio Falconi, tratto da 501 domande e risposte sulla Storia di Roma, Newton Compton, Roma, 2020
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