C'è un giorno ben preciso nella storia della cucina italiana, che non ha data sicura, ma che tutti collocano con esattezza nell'anno 1908.
Nella Roma post-umbertina, che sta crescendo a dismisura in quanto a popolazione, con nuovi impiegati borghesi che arrivano qui da tutta l'Italia per trovare lavoro nella nuova Capitale della nazione, c'è anche un - allora -oscuro ristoratore, uno dei tanti che nella città dell'epoca hanno aperto un nuovo locale con i piatti tradizionali della cucina romanesca. Più esattamente l'ha aperto l'anno precedente, nella centrale Via della Scrofa, e gli affari promettono bene.
Si chiama Alfredo Di Lelio ed è nato nel 1882. Ha dunque 26 anni quel giorno, nel quale è appena diventato padre. La moglie, Ines gli ha dato un bel bimbetto, chiamato Armando, e lui vuole festeggiare e omaggiare la puerpera, che è stata così brava, con un piatto dei suoi, che sia però molto leggero, che possa rimetterla dal lungo travaglio.
Alfredo ha a portata di mano soltanto le fettuccine e con quelle decide di creare il piatto più semplice del mondo: pasta in bianco, condita soltanto da un po' di burro liquido e da una pioggia di parmigiano.
Il nuovo piatto avrà un successo inaspettato e planetario: visto di malocchio dai puristi gourmet, il piatto di fettuccine in bianco diventa popolarissimo con gli anni, grazie anche alla frequentazione del ristorante di Alfredo da parte dei divi americani del dopoguerra, che esportano anche in America il mito della pastasciutta.
Al punto tale che ancora oggi, a distanza di decenni, in una grande quantità di ristoranti USA viene proposto nel Menu il piatto chiamato: "Fettuccine Alfredo".
Alfredo è un talento nato, non solo nella cucina, ma anche davanti al fotografo. Escogita veri e propri spettacolini a beneficio dei "paparazzi" dell'epoca e tappezza il suo locale con meravigliosi ritratti in bianco e nero dei grandi divi di Hollywood e dei più famosi personaggi dell'epoca quando sono in visita a Roma, compreso l'allora senatore John Fitzgerald Kennedy, nel 1958, destinato tre anni più tardi a diventare il Presidente degli Stati Uniti. Con il presidente divertito e comprensibilmente sbalordito da Alfredo che - come tradizione - solleva le fettuccine a mani nude (gesto oggi impensabile) nel piatto!
Una foto ormai diventata celebre, leggendaria.
Alfredo (per tutti i romani diventato più esaurientemente "Alfredo alla Scrofa"), morì l'anno seguente nel 1959.
Ma il suo ristorante è sempre lì.
Anche se Roma è cambiata, specialmente oggi. In ogni caso quelle fettuccine "in bianco" sono un regalo indissolubilmente legato alla storia recente della città eterna.
Fabrizio Falconi
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