"La fronte della persona con cui stavo conversando
improvvisamente si illumino' come una lampadina, o come un raggio
che veniva dal cielo. Io rimasi a bocca aperta, e il mio
interlocutore capi' subito quello che era successo: 'Sono
frammenti di vetro sottopelle. Quando il sole li colpisce con un
certo angolo, si illuminano, ma dura poco'. Mi disse che era 'un
sopravvissuto' della strage di Piazza Fontana del 1969, allora
ventinovenne impiegato di banca. Rimase ferito a una gamba,
penso' di perdere il lavoro. Ando' ai funerali con la stampella,
si ricordava il cielo nero, i passi della gente e uno sgomento,
come se ci stessimo tutti avviando a una 'fucilazione'".
Vediamo Valpreda in taxi
verso il luogo del delitto, con la testimonianza del tassista
Rolandi che lo accusa di averlo accompagnato proprio qualche
minuto prima dello scoppio della bomba.
Fin dalle prime pagine
l'autore sottolinea gli eventi, utili per districarsi nella
marea di avvenimenti, nomi, trame, che costellano questa storia.
Deaglio, inoltre, collega la vicenda di Piazza Fontana ai luoghi
che tocca. Poi ci sono i dubbi sulla morte del ferroviere
anarchico Pinelli 'volato' dalla finestra della questura (in
apertura una dedica alla sua famiglia e a tutti i loro amici
ndr), le parole di alcuni testimoni.
Sullo sfondo c'e' un Paese
che cambia e si trasforma. Sono passati cinquant'anni, ma ci
sono domande che ancora non hanno una risposta.
Perche', per
esempio, venne scelta la Banca nazionale dell'agricoltura?
L'anno piu' tetro della storia italiana continua a essere pieno
di misteri irrisolti.
Forse proprio per le trasformazioni in
corso, accadde quello che sconvolse Milano.
Il giudice Salvini,
che ha scoperto i veri autori della bomba, accusa la
magistratura milanese di aver taciuto colpevolmente per decenni.
E la storia comincia dalle cicatrici, dalle premonizioni, dalle
coincidenze, dai luoghi da cui la Storia e' passata.
L'angosciante Veneto profondo in cui la bomba venne
concepita, le manovre finanziarie intorno alla banca della
strage, la sublime arte del depistaggio che da allora ci ha
sempre accompagnato.
La ricerca diventa cosi' uno "studio in
rosso" sulla struttura del potere in Italia e sulle nobili forme
di resistenza che lo hanno contrastato, con le armi
dell'amicizia, della parola, della musica, del coraggio civile.
In mezzo campeggia, senza tempo, il grande quadro di Enrico Baj
- la nostra Guernica -, che venne bendato perche' troppo vero.
Questo e' un viaggio nella memoria, che ha l'andamento di un
giallo e racconta l'ultimo mezzo secolo di storia italiana, come
non l'abbiamo mai sentita. Chi non c'era potrà respirare l'aria
pesante di quei giorni, quando sembrava che fosse buio a
mezzogiorno. Chi c'era ritroverà la ferocia della bomba che
scoppia, e poi si ritira, e poi si riproduce, e continua a
scoppiare per decenni, con il potere di assoggettare tutti -
tutti? - alla sua ferocia e al suo ricatto.
Con lo sguardo di chi ha vissuto questa storia dall'inizio,
Enrico Deaglio ricompone l'intrigo mettendo insieme le scoperte
degli ultimi dieci anni e nuovi spunti di ricerca con la
speranza che una verità si possa raggiungere e, soprattutto,
rendere nota.
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