A mille giorni dal rapimento delle studentesse di Chibok da parte dei miliziani di Boko Haram,
la storia coraggiosa di Patience e della sua bambina.
Patience ha diciannove anni quando precipita all’inferno.
Un giorno torna a casa, nel suo villaggio in Nigeria, e suo marito è a terra, morto: ucciso dagli uomini di Boko Haram, il gruppo di fondamentalisti islamici che terrorizza da anni quelle terre dell’Africa occidentale. La colpa: essere cristiano. E anche Patience lo è.
Non passa molto tempo prima che si ritrovi a sua volta rapita da una banda di soldati di Boko Haram, costretta ad affrontare assieme ad altre ragazze le marce forzate, la fatica e la fame, le violenze quotidiane. Con un problema in più: è incinta, e se i suoi torturatori lo scoprono, per lei e per la vita che porta in grembo non ci sarà salvezza.
Deve fuggire, anche se fuori dal campo di lavoro la attende solo l’incognito di una società prigioniera della paura. E anche se sarà costretta a dare alla luce da sola, in mezzo agli alberi, una figlia che chiamerà Gift. Il Dono.
Nella storia di Patience, narrata in prima persona e raccolta dalla penna sensibile di Andrea C. Hoffmann, risuonano la sofferenza, la tenacia e il coraggio di una moltitudine di donne che combattono e soffrono in troppi terribili scenari del mondo.
Un racconto mozzafiato, una testimonianza unica su una tragedia di cui sappiamo assai poco, un inno alla libertà femminile al di là di ogni etnia, di ogni religione, di ogni distanza geografica, in nome di quel luminoso, irrinunciabile valore assoluto che è la vita.
“Fuori iniziava a fare buio. Nel cortile sentii gli uomini di Boko Haram pregare. Che strano dio è il loro, pensai. Quale dio ordina ai suoi fedeli di uccidere o catturare altri esseri umani?”
Andrea C. Hoffman. È una scrittrice e giornalista tedesca. Ha collaborato con importanti giornali come «Zeit», «Berliner Zeitung», «Focus», e realizzato reportage dai punti più caldi del mondo, come Afghanistan, Iraq, Libano, Siria. In Italia ha pubblicato con Farida Khalaf, La schiava bambina dell’Isis (Piemme, 2016).
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