Grandi polemiche in Francia per
l'annuncio, circolato su molti media, dell'imminente
entrata in vigore di una riforma dell'ortografia che, tra le
altre cose, farebbe sparire l'accento circonflesso, in nome
della semplificazione.
Commenti indignati o ironici su social network, riflessioni
con esperti sui canali all news, e persino un comunicato
rabbioso del sindacato studenti Uni e dell'osservatorio dei
programmi che accusavano il ministro dell'Istruzione, Najat
Vallaud-Belkacem, di "credersi autorizzata a sconvolgere le
regole dell'ortografia e della lingua francese".
Il Paese era in
grande fermento, anche se non si capiva quale fosse la fonte
dell'informazione, dato che dal ministero non erano arrivate
comunicazioni ufficiali.
A fare chiarezza e' arrivato un articolo di
Le Monde, nella sezione Les decodeurs del sito, dedicata proprio
al fact checking.
"No, l'accento circonflesso non sparira'",
titolava il pezzo, spiegando la riforma citata e' in realtà una
proposta avanzata nel 1990 dall'Academie francaise per
"semplificare l'apprendimento" di una lingua nota per la sua
ortografia complessa anche per i madrelingua con elevato grado
di istruzione.
Che, pero', non aveva carattere obbligatorio, e in
ogni caso non era stata presa in considerazione dalla legge per
quasi 20 anni.
Solo nel 2008, la Gazzetta ufficiale l'aveva
"fissata come referenza", ma specificando sempre che anche le
grafie precedenti sarebbero state ritenute corrette.
Nessuna novita', quindi. Il fraintendimento, spiega sempre Le
Monde, e' nato da una decisione degli editori di manuali
scolastici che hanno deciso, a partire dalle pubblicazioni per
il prossimo settembre, di usare l'ortografia riformata in modo
omogeneo, dopo anni in cui ciascuna casa editrice faceva a modo
suo.
Ma per tutti gli altri la riforma, che tra l'altro non
cancella del tutto l'accento circonflesso ma si limita a ridurne
l'uso, resterà facoltativa come negli ultimi 26 anni.
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