Esce finalmente in Italia, 17 anni dopo la sua pubblicazione
in Francia, l'autobiografia di Sviatoslav Richter, uno dei piu'
grandi pianisti di tutti i tempi, la cui figura e' sempre stata
avvolta dal mistero e poco conosciuta nella sua eccezionale
dimensione artistica e umana.
Richter, uomo schivo e
insofferente a qualsiasi forma di esibizione e potere - nato in
Russia nel 1915 (oggi Ucraina) da genitori russi (e nonno
tedesco) e morto a Mosca nel 1997 - benché allergico al regime,
fu eletto anche "artista del popolo sovietico".
Fu lui a volere Bruno Monsaingeon, violinista, regista e
scrittore (classe 1943), per scrivere la sua biografia dal
sapore autobiografico: "Scritti e conversazioni", il titolo delvolume uscito ora, nel centenario della nascita del pianista,presso il Saggiatore (579 pagine, 39 euro).
E' il racconto,
affidato al microfono di Monsaingeon, della sua vita e della
carriera di un genio che sfugge a qualsiasi catalogazione:
dall'infanzia alla formazione musicale, dai maestri avuti alla
lunghissima galleria di compositori di cui fu interprete e amico
(esegui' le prime assolute di opere di Sciostakovic e Prokoviev).
Con grazia e umiltà, l'autore - cui riusci' poi anche di fare
un documentario sul pianista (di lui altri film su grandi della
musica come David Oistrach, Glen Gould, Yehudi Menuhin) - offre
un ritratto vibrante e vicinissimo di Richter che si legge con
la leggerezza di un romanzo.
Ne emerge un uomo, e un artista,
non assimilabile ad alcun modello, un fuoriclasse solitario e
controcorrente, umanissimo e 'innocente' nelle sue scelte e nel
suo approccio musicale.
Di tanti artisti famosi del suo tempo,
si può sentire, dalla sua voce, un giudizio stupefacente non
solo di natura strettamente musicale, ma umana.
Ad esempio
quando Richter dice che non avrebbe mai potuto - nonostante lo
avesse fatto - fare il direttore d'orchestra perchè per farlo
bisogna amare il potere.
E lui, l'artista silenzioso, il potere
lo rifuggiva. Il suo direttore preferito era comunque Carlos
Kleiber.
Il libro, corredato anche da belle foto scattate in un arco
di decenni accanto agli artisti, e nei teatri, di mezzo mondo, e'
diviso in due parti: la prima e' la biografia, la seconda sono i
taccuini dove Richter, in forma sintetica di diario, annotava
meticolosamente ricordi e impressioni di concerti e incontri
fatti.
Una miniera di appunti e giudizi di un grande musicista
anticonformista, dotato di straordinaria sensibilità, nonche' di
impressionante cultura e memoria.
Dietro al libro, come si
evince dall'introduzione di Monsaingeon, c'e' peraltro la mano
discreta di un angelo custode che ha accompagnato Richter negli
ultimi cinque anni della sua vita, l'assistente Milena Borromeo,
che tuttora gestisce il suo lascito artistico e che nel 2000
passo' alla Scala come assistente del direttore musicale Riccardo
Muti, per il quale peraltro tuttora lavora.
SVJATOSLAV RICHTER, BRUNO MONSAINGEON: 'SCRITTI E CONVERSAZIONI' (IL SAGGIATORE, pp. 579 - 39 euro)
fonte: Flaminia Bussotti per ANSA/ Libro del giorno: Richter, Scritti e conversazioni Esce in Italia la biografia del grande pianista russo.
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