Sonetto
(Per la vostra cara morta, un suo amico)
2 novembre 1877
- “Sui boschi obliati quando passa il buio inverno,
Solitario prigioniero della soglia, ti lamenti
Che questa doppia tomba futuro nostro orgoglio
Solo di ricchi fasci assenti ahimè ! si grava.
Inascoltata Mezzanotte, che il vano numero gettò,
Ti esalti nella veglia per non chiudere gli occhi
Fin che nelle braccia della vecchia poltrona
L’ultima fiamma non rischiari la mia Ombra.
Chi vuol sovente avere la Visita non deve
Di troppi fiori opprimere la pietra che il mio dito
Solleva nello stremo di una forza defunta.
Anima che trema d’assidersi al chiaro focolare,
Per rivivere mi basta alle tue labbra cogliere
Il soffio del mio nome a lungo sussurrato una sera."
Da: Stéphane Mallarmé - Sonetti, a cura di Cosimo Ortesta, Quaderni della Fenice, Ugo Guanda Editore, 1980.
QUI il testo in francese originale.
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