Quelli che vivono di disillusioni, sono gli stessi che coltivano le illusioni. O che le inanellano nelle loro vite, senza nemmeno accorgersene, perché è nella natura stessa della loro anima.
Vivono apparentemente meglio i cinici, che si proteggono dalle disillusioni illudendosi di fare a meno delle illusioni, ma poi li trovi di notte a mendicare uno spicciolo di qualcosa da un pusher di passaggio, uno straccio di flebile illusione che aiuti anche loro a passare una notte senza guardare il soffitto.
E in realtà non v'è soluzione. Perché, come dice Demostene, nulla è più facile che illudersi e l'uomo crede vero ciò che desidera.
Alla fine però il conto delle disillusioni e delle illusioni è sempre in parità. Ed è giusto che sia così. La tara è l'essenza stessa del gioco, cioè la vita.
E alla vita, al suo stretto, difficile fascino irresistibile, a quanto pare, è molto difficile rinunciare.
Nessun commento:
Posta un commento
Se ti interessa questo post e vuoi aggiungere qualcosa o commentare, fallo.