Nell'ultimo libro che ho scritto, Monumenti Esoterici d'Italia, mi sono occupato, tra i 30 luoghi, anche della splendida Mole Antonelliana di Torino, monumento al quale sono attribuite misteriose proprietà.
Ne era convinto lo stesso Friedrich Nietzsche che – come racconta il suo biografo Anacleto Verrocchia – negli anni della sua permanenza a Torino, dal 1888, amava pranzare nei dintorni della Mole, per goderne quelli che lui chiamava benefici influssi.
Nella Mole, Nietzsche, a quanto pare, vedeva l’immagine stessa, simbolica, della personalità dello Zarathustra, scritto qualche anno prima.
In una sua lettera, scritta da Torino, dice di averla ribattezzata Ecce Homo, come il libro che stava scrivendo in quel periodo, e di averla circondata nello spirito con un immenso spazio.
E fa davvero impressione considerare che proprio a Torino, mentre si trovava a passeggiare a Piazza Carignano, distante appena un chilometro dalla Mole, il filosofo fu colto da quello spaventoso attacco inconsulto che lo portò rapidamente alla follia: nei pressi della sua casa torinese, scorgendo il cavallo di una carrozza che veniva fustigato a sangue dal cocchiere, abbracciò l'animale e pianse, baciandolo, stramazzando poi a terra urlando in preda a spasmi.
Fu l’inizio di quella lunga malattia mentale – durata 12 anni – che colpì una delle menti più geniali e straordinarie del nostro tempo, e sulla cui autentica natura ancora oggi molto si discute.
Nietzsche, che con i tratti di un vero profeta, nei suoi scritti vaticinava una forma di follia volontaria come anticamera verso una ascesi superiore, aveva dunque raggiunto alterati e più profondi e interiori stati di coscienza ?
E nel raggiungimento di questa misteriosa diversa elevazione aveva avuto rilievo anche quella poderosa antenna sotto la quale amava passeggiare ?
E’ una ipotesi che certamente, per molti cultori dell’esoterico, resta piuttosto affascinante.
Fabrizio Falconi © tratto da Monumenti Esoterici d'Italia, Newton Compton editori, 2013.
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