Alla Mole Antonelliana ho dedicato uno dei capitoli del nuovo libro, Monumenti Esoterici d'Italia, in uscita tra poche settimane in tutte le librerie. La celebre, bellissima Mole compie proprio in questi giorni, 150 anni di vita.
Osservando il solido monumento che
da oltre un secolo simboleggia Torino, pochi immaginerebbero che
subito dopo essere stata ultimata la Mole Antonelliana fosse sul
punto di crollare.
Il Comune aveva fatto predisporre un piano di
evacuamento della zona e tentato di puntellare l'edificio, che
aveva retto fino al consolidamento in cemento armato realizzato
negli anni Venti del Novecento.
Lo ha raccontato l'architetto Gianfranco
Gritella, responsabile dell'ultimo restauro, un cantiere di otto
anni che ha trasformato la mancata sinagoga commissionata dalla
comunita' ebraica torinese il 7 aprile 1863 nell'attuale sede
del Museo Nazionale del Cinema.
In occasione dei 150 anni, la Mole e' al centro di numerose
iniziative, a partire da uno speciale di Bell'Italia illustrato
questa sera a Torino dal direttore del magazine Emanuela
Rosa-Clot. All'appuntamento anche l'assessore alla Cultura del
Comune, Maurizio Braccialarghe, e lo scrittore Giuseppe
Culicchia, che al monumento ha dedicato il suo ultimo libro
Badabum, in uscita da Feltrinelli.
E' un monologo di 150 pagine
in cui Antonelli, ossessionato dalla contemporanea costruzione
della Tour Eiffel a Parigi, rivela come prevarico' la
committenza ebraica per realizzare l'ardita architettura che da
allora segna lo sky-line torinese.
Per Rosa-Clot, la Mole Antonelliana e' ''l'icona stravagante
di una citta' altrettanto originale: poco italiana,
paradossalmente - anche se da qui e' partita' l'Unita' nazionale
- e molto europea''.
Ed e' stato proprio per non superare i suoi
167,5 metri, che Renzo Piano ha dovuto fermare al di sotto di
quell'altezza il nuovo grattacielo che sta costruendo a Torino.
L'edificio, ha ricordato Gritella, avrebbe dovuto ospitare la
sinagoga, un asilo, dei negozi e perfino una stazione di posta.
Il progetto approvato dagli ebrei torinesi prevedeva una
costruzione di 47 metri. Ma quando fu chiaro che Antonelli
ignorava i committenti e si spingeva sempre piu' in alto, la
comunita' ebraica si rifiuto' di continuare a pagare. Della Mole
dovette cosi' farsi carico il Comune di Torino mentre
l'architetto, ormai novantenne, si faceva issare in una cesta
tirata da carrucole per seguire da vicino i lavori.
Oggi la Mole viene scalata dall'esterno da Maurizio Puato,
che per un intero anno vi si appese allo scopo di monitorarne la
salute in occasione dell'ultimo restauro. E' lui che ha montato
il 'collare' tricolore che ha cinto la base della guglia nel
2011, lui che ha realizzato le fotografie che illustrano il
servizio di Bell'Italia.
E' ormai conosciuto come 'lo scalatore
della Mole', tanto da essere diventato il protagonista di un
fumetto di Espress Edizioni nel quale gli fanno scoprire un
diario del maestro, in realtà inesistente.
''La Mole - sostiene
l'alpinista - e' come una montagna, dalla cupola in su e' fatta
di granito e pietra di Luserna. Sono certo che Antonelli nel
progettarla si sia ispirato al Monviso, che le svetta di
fronte''.
Per chi volesse tentare una scalata meno pericolosa, e' in
programma l'apertura al pubblico entro la prossima estate di una
parte dell'edificio finora rimasta occulta, l'intercapedine con
scala interna che sale dal livello terra fino in cima alla
cupola. Da quel punto verso l'alto nessuno e' ammesso, anche se
l'affilata guglia e' stata ricostruita molto solidamente dopo il
crollo avvenuto nel 1954 durante un temporale.
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