C'e' chi la ritiene tra le più grandi scoperte letterarie degli ultimi decenni. Sono stati rinvenuti in Francia gli archivi perduti di Louis-Ferdinand Celine, l'autore del 'Viaggio al termine della notte', nato a Courbevoie, vicino Parigi, il 27 maggio 1894 e morto a Meudon il primo di luglio del 1961.
Una "scoperta straordinaria", fatta di lettere, manoscritti,
foto inedite, scrive Le Monde, che oggi rivela la notizia in
prima pagina.
Documenti che secondo gli esperti che gli hanno
consultati "dovrebbero modificare in profondità la conoscenza
dell'opera" del genio letterario francese la cui opera è segnata
anche da odiosi scritti antisemiti.
Si tratta, tra l'altro, di
"migliaia di foglietti"; scomparsi nel 1944, precisa il giornale
in un lungo articolo intitolato "I tesori ritrovati di Celine".
La risurrezione degli archivi scomparsi e' "indubbiamente tra le
piu' straordinarie scoperte letterarie di questi ultimi decenni",
sottolinea Le Monde, precisando che lo 'scopritore' è stato il
critico, Jean-Pierre Thibaudat, che ha passato lunghi anni ad
identificare e trascrivere queste migliaia di pagine manoscritte
che l'autore soleva tenere unite con mollette da bucato.
Scoperta inverosimile, dunque, almeno quanto le mille
peripezie che si celano dietro all'incredibile ritrovamento.
Fino all'ultimo giorno della sua vita, Celine, non ha smesso di
ripeterlo.
Nel 1944, mentre aveva preso la fuga insieme agli
ultimi collaborazionisti verso la Germania nazista, dei
saccheggiatori forzarono la porta del suo appartamento in Rue
Girardon, a Montmartre, sottraendo voluminosi manoscritti, in
gran parte inediti.
Tra questi, ha ripetuto piu' volte l'autore, 'Casse-Pipe',
un romanzo rimasto incompiuto ed in gran parte autobiografico,
che avrebbe dovuto formare una trilogia assieme a 'Viaggio al
Termine della Notte' (1932) e 'Morte a credito' (1936). Solo
alcune pagine del romanzo sono giunte sino a noi.
"Non mi hanno
lasciato nulla, non un fazzoletto, non una sedia, non un
manoscritto...", scrisse Ce'line in 'Da un castello all'altro'
(1957).
Nel 1950, in una lettera all'amico, Pierre Monnier,
affermo': "Bisogna dire ovunque che se 'Casse-Pipe' e' incompleto
e' perche' gli epuratori hanno buttato tutto (---) 600 pagine di
manoscritto, nelle immondizie dell'avenue Junot".
"Sciacalli", li definiva il medico scrittore, aggiungendo che gli avevano anche
sottratto uno importante manoscritto intitolato 'La Volonte' du
roi Krogold'.
Pochi giorni prima della morte, il romanziere
scriveva ancora: 'Mi hanno abbastanza preso, svaligiato, mi
hanno sottrattutto tutto. Vorrei che mi venisse restituito!".
Niente da fare, almeno fino ad oggi. Per oltre mezzo secolo,
si e' andata cosi' alimentando la leggenda dei manoscritti
perduti di Ce'line. La svolta arriva nel novembre 2019, con la
morte, a 107 anni, della moglie ed ex ballerina Lucette
Destouches.
Qualche mese dopo, un uomo contatta l'avvocato
parigino Emmanuel Pierrat, specializzato nel mondo
dell'editoria. Si chiama, Jean-Pierre Thibaudat.
Critico, autore
di numerosi libri di teatro, Thibaudat lavoro' lungamente a
Liberation prima di lasciare il giornale nel 2006.
Quello che racconta a Le Monde e' stupefacente:
"Tanti anni
fa, un lettore di Liberation mi chiamo' dicendomi che voleva
consegnarmi dei documenti. Il giorno dell'appuntamento e'
arrivato con enormi sacchi contenenti dei fogli manoscritti.
Erano scritti di pugno dal medico scrittore.
Me li ha
consegnati ponendo una sola condizione: non renderli pubblici
prima della morte di Lucette Destoutches in quanto, essendo lui
di sinistra, non voleva 'arricchire' la vedova dello scrittore".
Alla domanda su chi fosse il misterioso donatore, lui risponde
sorridendo: "Segretezza delle fonti".
Ha voluto soldi? "Nemmeno
un centesimo".
Da allora, Thibaudat ha lavorato duro, senza mai parlarne a
nessuno, riordinando e trascrivendo quelle pagine, ora in attesa
di essere pubblicate e restituite al mondo dopo mille peripezie
accuratamente ricostruite da Le Monde. Oltre i tanti scritti,
nell'archivio ritrovato di Celine, anche foto della figlia
Colette, lettere di donne, la sua corrispondenza con lo
scrittore di estrema destra Robert Brasillach nonche' la
documentazione antisemita di cui certamente si servì per
scrivere i suoi agghiaccianti Pamphlet contro gli ebrei, come
un'ombra pesantissima sulla sua esistenza, ancora oggi oggetto
di riserve sulla necessità di pubblicarli o meno.
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