Juliette Récamier - La Donna più bella di Francia (10)
A 47 anni dunque, nel 1824, Juliette faceva ritorno a Roma, dove aveva molti amici.
Adorava visitare le rovine e le pinacoteche e si entusiasmava nel seguire la messa in chiese che erano grandi opere d'arte. Non passò molto tempo che il suo morale si sollevò e decise di prolungare la permanenza per tutto l'inverno seguente.
Sotto il sole di Roma si potevano vedere le striature grigie nei suoi capelli, ma con il viso dolce e gentile e gli occhi espressivi era ancora deliziosa. Era in viaggio con la nipote Amélie che aveva sedici anni.
Erano due donne molto desiderabili e presto trovarono due gentiluomini che si misero al loro servizio. Non erano italiani, come si potrebbe pensare, ma francesi e anche interessanti.
Il più anziano, allora vicino ai cinquanta, era il pittore e scrittore Etienne Delécleuze. Il più giovane, venuto a Roma al seguito di Juliette, era Jean-Jacques Ampère, il figlio del grande fisico, da parte suo appassionato studente di materie umanistiche e ventiquattrenne.
Ci potremmo aspettare che l'età matura sia attratta dall'età matura e la giovinezza dalla giovinezza; ma come in una cinica opera buffa, fu Delécleuze a provare una passione per Amélie, mentre Ampère fu attratto - in modo violento, disperato e, man mano che il tempo passava, imbarazzante - dal dolce splendore materno di Juliette.
Imberbe e penosamente goffo, Ampère era anche versatile, spontaneo, emotivo. E Madame Récamier divenne la sua materia di studio, a giudicare dalla profusione di pagine che le dedicò.
Le faceva quotidianamente visita nelle sue stanze in Via del Babuino e scortava lei e Amélie a Villa Pamphilj e a Villa d'Este.
La maggior parte del tempo, sentendo di essere indifferente a Juliette, Ampère aggrottava la fronte, si passava le mani fra i capelli e camminava stizzosamente avanti e indietro.
10 - segue
Fonte: Dan Hofstadter, La storia d'amore come opera d'arte
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