Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì e ogni venerdì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo". Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti.
100 film da salvare alla fine del mondo: 24. "Apocalypse Now" (Apocalypse Now) di Francis Ford Coppola (1979)
La pellicola è ambientata nel 1969, in piena guerra del Vietnam. Il capitano Benjamin L. Willard (Martin Sheen), è appena tornato a Saigon: è un ufficiale dell'esercito americano, già per tre anni in Vietnam, formalmente in ruolo nella 173ª Brigata Aviotrasportata, ma in realtà incaricato di operazioni speciali della CIA.
L'incarico che gli viene affidato stavolta è molto difficile e pericoloso: per questo altri, prima di lui, hanno rinunciato. Dovrà trovare ed eliminare il pericoloso e folle colonnello Kurtz (interpretato da un demoniaco Marlon Brando) che si asserragliato nel cuore della giungla instaurando, a capo di una colonia di locali, un dominio violento e isolato.
Apocalypse Now è la descrizione di questa discesa ad inferos, di questo viaggio che Willard deve intraprendere per raggiungere Kurtz è che è costellato da prove e da visioni ai limite del fantastico, come quando si imbatte nel capitano William "Bill" Killgore, della “Cavalleria dell'aria” che prima dell'attacco spara Wagner a tutto volume dagli altoparlanti che ha fatto installare sui suoi elicotteri e che, durante il combattimento in corso, decide che deve assolutamente fare surf.
L'attraversamento della giungla, dei suoi fantasmi e dei suoi territori d'ombra è anche - proprio come nel romanzo ispiratore di Coppola, il "Cuore di Tenebra" di James Conrad - un viaggio all'interno dell'ombra interiore, dei fantasmi più cupi dell'inconscio, dei tabù e degli orrori che galleggiano nel cuore umano.
Fino all'incontro con l'orrore, con il male per eccellenza: ovvero Kurtz e i suoi guerrieri. Arrivato al cospetto del Colonnello, per Willard non ci saranno molte alternative e l'unica strada possibile si rivelerà tutt'altro che rassicurante, in un memorabile finale di catarsi e violenza.
L'opera di Coppola è ormai un must assoluto e una delle pietre miliari della cinematografia di ogni epoca. Tutto in questo film, dalla fotografia di Vittorio Storaro al montaggio, alla scenografia, alla recitazione allucinata degli attori principali, alla colonna sonora di Carmine Coppola, è al servizio del mondo estetico che Francis Ford Coppola crea, incantato e incantando, distruggendo l’epica romantica della guerra e tutto l’immaginario che la sorregge.
La Guerra è una nave di folli, dove l'animo umano si perde alla ricerca e nel terrore dei propri fantasmi, in una morale al contrario portata alle sue estreme conseguenze dall'estremo, lucido immoralismo del colonnello Kurtz e della sua nichilistica concezione del destino umano.
Un film che è divenuto leggenda - anche a partire dalle incredibili circostanze nelle quali fu diretto e dell'incredibile travaglio psicologico che stremò Coppola, insieme alle difficoltà finanziare che rischiarono molto seriamente di gettarlo sul lastrico per sempre.
Il film vinse tra le ovazioni la Palma d'Oro al Festival di Cannes e una quantità incredibile di premi in tutto il mondo anche se fu scandalosamente snobbato alla cerimonia degli Oscar dove si aggiudicò soltanto due statuette a fronte delle otto nominations.
Fabrizio Falconi
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