E' in corso al Cairo un convegno
di egittologi in cui ricercatori italiani presentano risultati
di studi su uno stupefacente oggetto appartenuto al faraone
Tutankhamun: la sua daga piovuta dallo spazio.
Il convegno, che si svolge da oggi a lunedi', e' la quarta
"International Tutankhamun GEM Conference" organizzataannualmente dal Grand Egyptian Museum (Gem), il museo incostruzione vicino alle piramidi che affiancherà quello dipiazza Tahrir.
Alla conferenza vengono presentate le piu' recenti ricerche
scientifiche sulla piu' famosa tomba regale in Egitto: scoperta
da Howard Carter nel 1922, quella di Tutankhamen e' relativamente
piccola ma deve la propria fama all'amplissimo corredo di
centinaia di preziosi reperti.
Negli anni recenti gruppi di ricerca italiani stanno
contribuendo allo studio del tesoro di Tutankhamen.
Si tratta di
ricerche interdisciplinari, condotte attraverso l'applicazione
ai materiali antichi di scienze e tecnologie avanzate.
Un'equipe italiana coordinata da Daniela Comelli del
Politecnico di Milano e che include ricercatori di CNR,
Universita' di Pisa, Politecnico di Torino e dell'azienda XGLab -
in collaborazione con ricercatori egiziani dell'Universita' di El
Fayyum e del Museo Egizio del Cairo - ha studiato una daga
ritrovata sulla mummia del giovane re.
L'impugnatura e' d'oro ma e' soprattutto la lama in ferro,
perfettamente conservata, ad aver suscitato da tempo l'interesse
degli archeologi, visto che l'epoca di Tutankhamon precede l'Eta'
del Ferro, periodo nel quale si diffonde la tecnologia
necessaria a produrre manufatti con questo minerale.
Le analisi del team italiano hanno dimostrato quanto alcuni
egittologi supponevano: la lama e' stata prodotta con ferro di
provenienza extraterrestre, il noto "ferro meteorico", e i
risultati di questa ricerca saranno presentati al convegno.
Sulla tomba di Tutankhamon peraltro ha lavorato di recente un
gruppo di ricerca coordinato da Franco Porcelli del Politecnico
di Torino e composta da ricercatori dell'Universita' del
capoluogo piemontese, delle aziende Geostudi Astier di Livorno e
3DGeoimaging di Torino.
Il gruppo e' stato invitato dal Ministero delle Antichita'
egiziano ad accertare la validita' di ipotesi, avanzate in anni
recenti, sull'esistenza di camere nascoste adiacenti a quella
funeraria del giovane re.
A tal fine, nel febbraio scorso, state eseguite misurazioni
mediante tre sistemi geo-radar di frequenze comprese tra 200 MHz
e 3 GHz.
L'elaborazione dei dati raccolti e' stata completata da
poco e si attende ora il via libera da parte del Ministero
Egiziano delle Antichita' per divulgare i risultati di questa
ricerca che dovrebbe stabilire in maniera definitiva la presenza
o meno di tali "camere nascoste".
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