Sorprese e misteri svelati in 27
mila pagine di carte. L'universita' del Texas, che lo aveva
acquistato tre anni fa per 2,2 milioni di dollari, ha messo
online l'archivio di Gabriel Garcia Marquez.
Lettere, manoscritti annotati in 50 anni di lavoro,
fotografie, appunti, taccuini, sceneggiature, la collezione
intera dei passaporti dell'autore di "Cento Anni di Solitudine"
erano entrati nelle collezioni del Centro Harry Ransom tra mille
polemiche, prima tra tutte il fatto che l'eredita' letteraria
dello scrittore latino americani piu famoso - uno dei piu'
feroci critici dell'imperialismo nord-americano - fosse finita
per sempre negli Stati Uniti.
Emerge solo adesso il senso
dell'operazione: l'ateneo texano, che già conserva le carte di
James Joyce, Ernest Hemingway, William Faulkner e Jorge Luis
Borges, ha scannerizzato una buona meta' dell'archivio mettendo
le immagini digitali della creativita' di Garcia Marquez a
disposizione gratuita di chiunque nel mondo abbia un computer e
una connessione web.
Mancano, tra le carte digitalizzate, le dieci bozze
dell'ultimo romanzo incompiuto, "Ci rivedremo in agosto", il cui
primo capitolo fu pubblicato nel 2014, poco dopo la morte dello
scrittore a 87 anni, dalla rivista spagnola Vanguardia, ma di
cui gli eredi hanno rifiutato l'ulteriore andata in stampa: per
consultarle bisognera' recarsi in Texas.
Disponibili invece la
registrazione audio della conferenza di accettazione del Nobel
del 1982 e una serie di lettere che sfatano miti coltivati dallo
stesso scrittore.
Come quello, ad esempio, che per scrivere "Cento anni di
solitudine", "Gabo" entro' in una sorta di trance, "non
alzandosi, come disse lui stesso, dalla sedia per 18 mesi".
La
realta' dell'archivio dimostra che Garcia Marquez compose la
saga della famiglia Buendia mandando in giro capitoli e
pubblicandone estratti e aggiornando poi il testo a seconda
delle reazioni: un po' come faceva Charles Dickens.
E come altri scrittori famosi, in pubblico anche Garcia
Marquez affermava di non curarsi troppo delle critiche. Gli
archivi contengono invece una serie di taccuini che raccolgono
meticolosamente, e in alcuni casi reagiscono, alle recensioni
del suo lavoro in molte lingue diverse.
L'archivio e' stato venduto dagli eredi dello scrittore:
comprende anche due macchine da scrivere Smith Corona e cinque
computer Apple. Inclusi nel fondo Garcia Marquez, che non teneva
copie delle sue, sono anche 2.000 lettere ricevute da grandi
firme come Graham Greene, Milan Kundera, Gunter Grass, Julio
Cortazar e Carlos Fuentes. Poco dei rapporti con Fidel Castro e
altri leader politici: "Mio padre - aveva spiegato all'epoca
della vendita il figlio Rodrigo Garcia - preferiva condurre
questi affari a voce: di persona o per telefono".
Fonte: Alessandra Baldini per ANSA
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