fonte: Daniela Giammusso per ANSA
Sono bastate tre lettere, Cos, venute
fuori dal marmo annerito per confermare cio' che gli archeologi
sospettavano da tempo. E quello che per secoli e' stato l'Arco di
Giano in un colpo solo ha ritrovato la bellezza della sua
facciata sul Tevere ed e' tornato a essere, come nel IV d.C.,
l'arco onorario dedicato all'imperatore Costantino dai suoi
figli.
Inizia cosi' la prima tappa del restauro di uno dei gioielli
superstiti del Foro Boario, quell'area affacciata sul fiume ai
piedi del Palatino, che per secoli fu cuore di commerci in
arrivo da tutto il Mediterraneo.
E che ora ritrova parte della
sua bellezza grazie al World Monuments Fund che con AmericanExpress ha donato 215 mila dollari (dopo essere gia' intervenuti
al Foro Boario per i templi di Ercole Olivario e di Portuno), in
aggiunta ai 100 mila euro gia' stanziati dalla Soprintendenza
speciale archeologia, belle arti e paesaggio di Roma.
La strada per un restauro completo del monumento e' ancora
tutta da scrivere (i lavori sulla prima facciata termineranno a
luglio), ma per ora, raccontano Maria Grazia Filetici e Mirella
Serlorenzi, direttore del restauro e direttore scientifico, "si
e' potuto studiare lo stato di tutto l'arco sia dal punto di
vista conservativo che strutturale, mappando tutte le 16
facciate".
Unico arco onorario a pianta quadrata, un tempo ricco di 48
statue incastonate nelle nicchie, divenuto nel Medioevo fortezza
per i Frangipane (come il Colosseo) e parzialmente interrato
fino al 1827, e' durante i lavori che il colosso ha mostrato
quella scritta, Cos, incisa in un blocco della scala per
l'attico.
"E' il primo mito da sfatare - dice la Serlorenzi -
Non era un arco per Giano. Venne chiamato cosi' da antiquari del
Rinascimento" per via dei suoi quattro ingressi che ricordano la
specularita' delle due facce del Dio.
"Dai cataloghi regionali
del IV secolo - dice - sapevamo che nell'area c'era un Arcus
Divi Constantini. Quel marchio di cava oggi ci indica che era
proprio questo".
I problemi da risolvere sono molti, dallo
scorrimento delle acque dall'attico ("costruito come una strada,
con i sanpietrini") agli agenti atmosferici su cui si sta
intervenendo con ultimissimi ritrovati biocompatibili o il furto
nei secoli dei collegamenti in metallo tra i blocchi.
Ma intanto
si festeggia con una notte di Luce al Foro Boario (25 maggio) e
con l'apertura eccezionale al pubblico per un Watch Day (26),
tra laboratori, salite sui ponteggi e concerto.
A seguire, una
settimana di visite gratuite su prenotazione e una nuova guida
Electa (www.coopculture.it).
La speranza del Soprintendente Francesco Prosperetti e' ora di
restituire l'Arco ai cittadini togliendo le cancellate che lo
chiudono dall'attentato a S. Giorgio al Velabro del '93. "Spero
- dice - riprenda al piu' presto il dialogo con il Comune per un
piano presentato gia' ai tempi del Commissario Tronca", con
un'apertura diurna presidiata.
fonte: Daniela Giammusso per ANSA
The thing is that the Circus Maximus' region of the "DISCRIPTIO XIIII REGIONVM VRBIS ROMÆ" it's closer from the Forum Boarium than from the Coliseum (the area in which is settled the Arcus Constantini). More or less everybody knew that but now we have no doubts.
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