Ho scelto una frase di Elias Canetti come epigrafe al mio romanzo - Ha condannato il proprio sogno prima che fossero cadute tutte le foglie – perché rappresentava bene quello che succede spesso nelle nostre vite, e anche in Cieli come questo: due persone si incontrano, capiscono in modo quasi inconscio che c’è qualcosa che li lega, qualcosa di profondo – come se ci si conoscesse da sempre – ma non hanno il tempo e il modo (e il coraggio) di mettere in pratica questa conoscenza, di trasferirla dal piano dell’anima al piano della concretezza.
La protagonista di questa storia è Isabella, una donna che ha superato da poco i quaranta, borghese, con un matrimonio felice, un marito dirigente di un grande sindacato nazionale e una figlia quasi ventenne già autonoma, a cui piace viaggiare in compagnia delle sue amiche.
Il ‘lago tranquillo’ della vita di Isabella si increspa improvvisamente, nel giro di pochi giorni e di alcune circostanze concomitanti: una gravidanza non voluta e subito spontaneamente abortita, una disavventura capitata alla figlia, in vacanza in Marocco, coinvolta in uno strano incidente, e soprattutto l’incontro con un ragazzo, uno studente di filosofia, Lorenzo.
Isabella si accorge, quasi per caso, di essere precipitata silenziosamente in una crisi intima, di valori, di riferimenti.
Quando incrocia Lorenzo durante alcuni seminari, capisce, sente, che quel ragazzo ha qualcosa di speciale, una purezza, perfino un anelito mistico simile al suo. Inizia una prudente frequentazione, nella quale però, nonostante una evidente attrazione, Isabella non sembra avere il coraggio di andare fino in fondo.
Ma il marito si assenta, per andare a riprendere la figlia, e durante questa assenza, Isabella si confronterà duramente, profondamente con la sua crisi, dovrà attraversarla, obtorto collo.
Cieli come questo vuole essere insomma un romanzo di iniziazione, nel quale la protagonista – una come noi – deve mettere in discussione le sue certezze e affrontare la vita, fuori delle piccole sicurezze che molto spesso proteggono dagli scossoni, ma evitano quel coinvolgimento profondo, quello scambio di anime, che è il vero succo – e forse il vero senso – della vita.
Fabrizio Falconi - Cieli come questo.
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