Il più bel film di Lars Von Trier è quello che il controverso genio danese girò nel 1996, e che vinse il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes di quell'anno.
E' il film che riscopriamo oggi.
Bess è una giovane vergine che vive nella Scozia del nord e che già ha perso tragicamente il fratello. La ragazza incontra un grande amore: è Jan, uno svedese che lavora su una piattaforma petrolifera. I due si innamorano, si sposano, si amano, ma devono lasciarsi perché lui deve tornare al suo lavoro, in mezzo al mare.
Bess non sa rassegnarsi, chiede a Dio che faccia tornare Jan.
E Jan torna, ma paralizzato dopo un incidente di lavoro.
Bess si convince che l'unico modo per salvare Jan è attraverso un sacrificio estremo che andrà fino alla morte. (SPOILER da qui in poi) Jan si salva, seppellisce Bess in fondo al mare, ma uno scampanio, il mattino seguente, annuncia che Bess è tornata (o risorta?).
Un grande e durissimo film sui temi eterni della malattia, della morte, del dolore, dell'amore, la disillusione, il sacrificio, la fede.
Emily Watson è grandiosa. La fotografia di Robby Muller virtuosistica. Tutto il film è compatto e lucido come una lama, mai retorico. E si presta a numerose interrogazioni: l'amore può vincere la morte ? (lo avevano già detto i romantici), e il destino è una profezia oppure Dio concede il suo amore soltanto a chi lo merita ?
Le onde del destino
(Breaking the waves)
di Lars von Trier
Danimarca-Francia 1996
con Emily Watson, Stellan Skarsgard, Jean-Marc Barr.
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