Nobel Pamuk: "all'utopia preferisco la memoria".
L'Autore agli Eventi letterari Monte Verita a Ascona
(di Paolo Petroni)
(ANSA)
Si pensa al sociale e alla politica,
da Tommaso Moro a Marx, quando si parla di utopia, "ma io, pur
avendo avuto problemi di tipo politico, posso dirmi una persona
felice, sono un ottimista che all'utopia preferisce la
memoria", ha dichiarato Orhan Pamuk, aprendo gli Eventi
letterari Monte Verita' (ad Ascona, in Svizzera), dedicati appunto al tema Utopia e memoria, con
una conversazione con Joachim Sartorius (direttore artistico
della manifestazione con Irene Bignardi e Paolo Mauri).
Per il premio Nobel turco "l'umanita' ha prodotto 100
tonnellate di memoria a fronte di 100 grammi di utopia" e il
suo intervento sui "Ricordi: la piu' potente arma della
fantasia" ha spaziato da Darwin, "per sopravvivere bisogna
avere memoria per ricordarsi dove trovare cibo e acqua, dove si
nascondono i pericoli", a Proust con i suoi personaggi con la
loro memoria involontaria; "il narratore mangia una petite
madeleine e, senza rendersi conto, ricorda", messi a contrasto
con i personaggi dei suoi romanzi che, secondo le parole dello
stesso Pamuk, "hanno a che fare con una memoria volontaria,
alla ricerca della vita perduta".
L'esempio che porta e' quello
del romanzo 'Il museo dell'innocenza' (Ed Italiana, Einaudi2009), divenuto poi un vero e proprio museo a Istanbul, con gli
oggetti citati nel libro accolti in apposite teche e trasformati
in alcuni casi in opere d'arte.
Ma il momento clou
dell'intervento di Pamuk e' stato la lettura di un capitolo di
questo romanzo, che lo stesso autore ha fatto, su richiesta del
pubblico che aveva la traduzione in mano, nella lingua
originale, il turco, riuscendo a comunicare comunque, al di la'
delle parole, quel pathos e quelle emozioni del romanzo che solo
gli autori sanno vivere e trasmettere proprio attraverso la
scrittura.
Gli Eventi letterari Monte Verita' sono andati in scena con incontri, letture e dibattiti sul tema 'Utopia e
memoria', trattato dagli autori italiani Paolo Giordano e Paolo
Di Stefano, dallo scrittore svizzero Thomas Hurlimann,
dall'autrice Tere'zia Mora, dallo scrittore francese vincitore
del premio Goncourt Jerome Ferrari, nonchè dall'autore e regista
belga Jean-Philippe Toussaint.
A questo si e' aggiunto per la
prima volta al festival uno spazio per la danza, che, grazie a
Rudolf von Laban e alle sue allieve, fu la forma d'arte piu'
ricca di sviluppi tra quelle praticate dalla comunita' di
utopisti al Monte Verita' ai primi del Novecento. A esibirsi la
coreografa e ballerina Sasha Waltz, in scena insieme col
batterista Robyn Schulkowsky al Teatro San Materno.
Anche quest'anno, in occasione del festival, e' stato
consegnato il Premio Enrico Filippini (giornalista culturale,
editor e traduttore (1934- 1988), con cui si intende onorare le
persone che lavorano dietro le quinte delle case editrici e dei
giornali.
Dopo Bernard Comment (2013) e Klaus Wagenbach (2014),
nel 2015 questo riconoscimento e' stato attribuito alla
traduttrice e operatrice culturale italiana Renata Colorni,
traduttrice storica di Sigmund Freud e di Thomas Mann e editor
dei Meridiani Mondadori.
La laudatio della vincitrice e' stata
tenuta dallo scrittore Claudio Magris.
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