'Mamma Decca', come la chiama Ramin Bahrami, lancia il suo
specialista bachiano di punta con una biografia veloce in
contemporanea con l'uscita delle Suite Inglesi.
Ramin ci racconta la sua storia come fosse Le mille e una notte: una
favola triste con un lieto fine.
Dalla famiglia agiata (il nonno
era il piu' importante archeologo persiano) alla morte del papa'
per mano dei fondamentalisti di Khomeini, al viaggio-fuga in
Italia con la mamma per continuare l'itinerario artistico, tra
molte difficolta' anche economiche, Ramin recita un mantra che
nasce dalle ultime parole di suo padre: suona Bach e non sarai
mai solo, le tue ferite saranno sanate, la tua via sara'
luminosa.
Ramin conosce i piu' eminenti solisti del Kantor, da
Rosalyn Tureck ad Alexis Weissemberg, fino ad Andras Schiff,
studia con loro ed assimila ma non rinuncia ad una visione
personale, fortemente influenzata da Glenn Gould. In Italia,
Bahrami e' una star: e' ospite regolare dell'Infedele di Gad
Lerner, anche se sulle sue esibizioni il popolo del web si
divide in detrattori ed entusiasti (ma la sua interpretazione
dell'Arte della Fuga del 2006 ha realizzato un 'five stars' su
All Music).
Ha già al suo attivo l'organizzazione di un Bach
Festival svoltosi per la prima volta a Firenze a marzo e ha
suonato per il Papa. A 36 anni il folletto iraniano sembra aver
capito molto bene soprattutto una cosa: suonare e' importante ma
comunicare e' fondamentale.
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