17/03/12

La poesia della domenica - 'Quando un uomo arriva ai quarant'anni' di Evgenij Evtusenko



Quando un uomo arriva ai quaranta

Quando un uomo arriva ai quaranta
è tempo ormai che si domandi
se l'anima è decrepita;
e che risponda agli anni suoi,
ad ogni gocciola di latte,
a ogni tozzo di pane.

Quando un uomo arriva ai quaranta
non trova più misericordia
né in se stesso né in dio.
Tutti i pianti che ha cagionato
e i mocci bugiardi d'inchiostro
gli si parano a fianco.

Quando un uomo arriva ai quaranta
alla sua sete di piaceri
deve porre un divieto:
ché se non la vinci, la carne
borboglia, si lecca le labbra
e ti divora l'anima.

E poi le carni son spavalde
quando t'insudici di bava
come un falso Cristo.
Hai un romanzetto, un altro... E poi ?
Restano solo donne nude,
come in un bagno, e nebbia...

E lo scopo è chiaro e la vita
è un ebbrezza, fino ai quaranta:
ma a quarant'anni poi devi smaltirla.
E la testa diventa greve.
Le parole non si congiungono.
Traslochi in una fossa.

Prima che giungano i quaranta
galoppi alla fiera a pigliare
per le corna il successo,
e a quarant'anni torni a piedi
da quella fiera, e il sacco è vuoto.
Ti han derubato: piangi.

Quando un uomo arriva ai quaranta
deve darsi il saggio consiglio
di evitare le fiere.
Non può imbrogliare più, né vendere.
Questa è una legge del commercio...
Se imbroglia, è lui che compra.

E ancora peggio se nitrisci,
tremando, in mano a un mercante
mangiapopoli e tirchio.
Son due vergogne equivalenti
quando commerci e quando un altro
fa commercio di te.

Quando un uomo arriva ai quaranta
la vita lo dipinge in grigio,
ma se non sei un sauro,
sii almeno un bel grigio pezzato:
e non smerciare le tue pezze
nei giorni di mercato.

Quando un uomo arriva ai quaranta
il mondo, in fondo non è tutto
nel chiasso di una fiera...
Son tutti avanti: abbi pazienza.
Ma non cascar nella commedia,
non perderti in un dramma!

Quando un uomo arriva ai quaranta,
se deve avvizzire o sbocciare
sarà lui a deciderlo.
Dalla morte non ci si salva,
ma, a parte questo, di fiorire
nessuno ci impedisce.

1972

Evgenij Evtusenko, da Poesie 1952-1973 Ediz. Garzanti 1982, traduzione dal russo di Igor Sibaldi.

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