6. Croce nel Cielo.
Procediamo con ordine.
Accettando la premessa di cui al paragrafo precedente, e cioè che l’Arco
di Malborghetto sia stato edificato sotto il regno di Costantino sul luogo
esatto dove sorgeva l’accampamento delle truppe dell’Imperatore, prima della
Battaglia, luogo nel quale era avvenuta la Visione, si è deciso di ricostruire – attraverso l’ausilio
di un normale programma astronomico-matematico - il cielo di quella notte, la notte del 27
ottobre del 312 d.C. (7).
Puntando il programma astronomico sulle coordinate del
Casale di Malborghetto - 42°03'08"
log N e 12°29'16" lat E - alle ore
22,00 (orario puramente indicativo) del 27 ottobre del 312 d.C. è risultata
brillantissima, verso ovest la
costellazione del Cigno. (azm 277°51' alt +40°40'), che così viene descritta
dal Dizionario Astronomico:
Ricca costellazione della via lattea settentrionale, in
forma di croce allungata vista come un cigno in volo. Era tra le 48 elencate da
Tolomeo (ca 140 dC) ed è a volte chiamata Croce del Nord
(8).
Contiene 11 stelle più luminose della 4° grandezza tra cui
Deneb (I grandezza) ed Abireo (stella doppia)".
In effetti questa costellazione - la costellazione del
Cigno - era già famosa dai tempi di Eratostene, che fu il primo a chiamarla
così.
Fu poi denominata da Ipparco Uccello, e in epoca
cristiana Croce, e ancora oggi si chiama Croce del Nord per
distinguerla dalla Croce del Sud, visibile solo dall'emisfero sud.
Gli arabi, grandi astronomi, le conferirono il nome poco
aulico di Gallina. Poi, nel 1627 l’astronomo gesuita Julius
Schiller (1580-1627) nel suo monumentale trattato Coelum Stellatum
Christianum, pubblicato ad Augusta, tentò di ristabilire il nome cristiano.
Schiller scelse anzi questo nome: Croce
sostenuta da sant’Elena.
Questa che appare come
semplice coincidenza, può implicitamente fornire una suggestiva ipotesi di
lavoro, come vedremo, se rapportata alla rappresentazione pittorica di Arezzo.
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