Riapre a Trieste il Caffe' degliSpecchi. Lo storico locale frequentato da intellettuali e scrittori
della Mitteleuropa, chiuso a ottobre dello scorso anno per il
fallimento della vecchia gestione, riaprira' dopo il 1 marzo.
Il
caffe' letterario di Trieste, aperto dal 1839, e' stato frequentato
non solo da Italo Svevo e Umberto Saba, ma anche da James Joyce
durante i suoi soggiorni in Italia.
Trieste, ma non solo: dalla
brasserie Lipp e 'Les Deux Magots' di Parigi agli storici caffe' Greco
di Roma e Gambrinus di Napoli, i locali frequentati da scrittori e
intellettuali che hanno fatto la storia della letteratura sono
disseminati in tutto il mondo.
Il bar Richmond di Buenos Aires era lo storico caffe' prediletto
da Jorge Louis Borges e frequentato, fra gli altri, da Antoine de
Saint-Exupery, Julio Cortazar e Graham Greene. 'Les Deux Magots' a
Parigi, 'A Brasileira' a Lisbona, il Caffe' Greco a Roma, il Caffe'
dei Fratelli Fiorio a Torino e il Caffe' Gambrinus a Napoli, ad
esempio, erano luoghi amati e frequentati da scrittori, artisti e
letterati, abituati a ritrovarsi per lavorare nelle caffetterie della
grandi capitali. Oggi sono spesso solo luoghi di 'culto' turistico.
I grandi caffe' ospitavano discussioni filosofiche e artistiche,
ai loro tavoli sono nati manifesti politici e letterari, sono stati
organizzati complotti, tanto che "non si potrebbe scrivere una pagina
di storia ne' letteraria ne' artistica dell'Ottocento senza citare il
nome di un Caffe '", diceva Piero Bargellini, scrittore e politico
italiano, sindaco di Firenze durante l'alluvione del 1966. Andre' Gide o Andre Malraux, Antoine St Exupery,
Jean Genet, Balthus, Françoise Sagan, Jean Paul Sartre, Simone
Signoret con Yves Montand e Albert Camus, erano accomunati dalla
fedelta' alla Brasserie Lipp, storico locale in Boulevard Saint
Germain, chiamato dai francesi "la succursale della Camera dei
deputati".
L'autore de 'La recerche', Proust, si faceva addirittura portare
i boccali di birra alsaziana del Lipp dall'altra parte di Parigi. Dai
tavolini della Brasserie (ora lussuoso ristorante) l'Hemingway
giornalista scriveva i suoi dispacci pre-guerra.
Dopo un periodo di
crisi, la Brasserie Lipp e' gradualmente tornata ai suoi splendori, a
partire dal 1990, grazie alla famiglia Bertrand, che si impegna a
continuare la tradizione, profondamente influenzata dalle sue radici
dell'Auvergne.
A Parigi c'e' un altro luogo dove si possono ancora oggi
incontrare artisti e letterati: e' il Cafe' 'Les Deux Magots', che ha
sempre giocato un ruolo importante nella vita culturale della capitale
francese. In origine era un negozio di tessuti che vendeva biancheria
di seta, e che ha preso il nome 'Les Deux Magots Cina' da due statuine
di personaggi cinesi, tuttora esistenti. Frequentato da molti artisti
famosi tra cui Elsa Triolet, Jean Giraudoux, Picasso, Fernand Leger,
Prevert, solo per citarne alcuni, per primo ha accolto i surrealisti
sotto l'egida di Andre' Breton.
Dalle rive della Senna a quelle d'oceano. Al Cafe'
'A Brasileira' a Lisbona, invece, e' ancora possibile gustare il
caffe' con Fernando Pessoa. In questo locale, infatti, una statua
bronzea del poeta siede al tavolino che l'autore delle 'Odi di Ricardo
Reis' occupava quotidianamente, in contemplazione del passeggio che si
consuma, ancora oggi, sulle strade maiolicate del centro elegante di
Lisbona.
In tempi piu' recenti Joanne Kathleen Rowling ha scritto un bel
pezzo del primo romanzo della saga del maghetto Harry Potter a
Edimburgo, nella caffetteria 'The Elephant House', dove ora un grande
cartello annuncia orgoglioso al passante casuale il suo ruolo di Casa
natale di Harry Potter.
Alla fine del 19esimo secolo, a Oslo, invece, il famoso
drammaturgo Henrik Ibsen divenne un'attrazione turistica: ogni giorno,
tra le 13,20 e le 14, e tra le 18 e le 19,30, poteva essere trovato
presso il Cafe' del Grand Hotel di Oslo. Per ben nove anni riposo' e
scrisse, seduto in una poltrona su cui c'era un cartellino: "Riservato
Dr. Ibsen". Anche l'Italia e' ricca di belle sale da the' e da
caffe' che hanno dato riparo a grandi artisti e intellettuali: allo
storico Caffe' dei Fratelli Fiorio di Torino, Friedrich Wilhelm
Nietzsche scrisse 'Ecce homo'.
Aperto nel 1780, il Caffe' fu punto di
incontro di artisti, aristocratici e uomini politici tra i quali
Urbano Rattazzi, Massimo D'Azeglio, Giovanni Prati, Camillo Benso
Conte di Cavour, Giacinto Provana di Collegno, Cesare Balbo. Era
definito il "caffe' dei Machiavelli e dei Codini" perche' frequentato
nell'Ottocento da aristocratici e alti ufficiali.
Il luogo aveva assunto una reale rilevanza politica, al punto
che il Re Carlo Alberto di Savoia era abituato a chiedere che cosa si
dicesse al Caffe' Fioro.
Ma il piu' famoso Caffe' letterario e' forseil Caffe' Greco di via Condotti a Roma, poco lontano da piazza di
Spagna.
Il Caffe' Greco e' anche il piu' antico della Capitale: nasce ufficialmente nel 1760, quando in un documento appare il nome del suo proprietario "Nicola di Maddalena caffettiere, levantino", e questo spiega perche' si chiama Greco. Ma forse gia' esisteva da alcuni anni: sarebbe infatti il "Caffe' di strada Condotta" citato nel 1743 da Giacomo Casanova. Nato grazie a un levantino il Caffe' Greco diventa famoso grazie agli intellettuali tedeschi che cominciano a frequentarlo nel 1779: Wolfgang Goethe e i suoi amici Johann Wilhelm Tischbein, Karl Philipp Moritz e Jakob Wilhelm Heinse stanno sempre li', al punto che Heinse propone di chiamarlo "Caffe' Tedesco". Agli inizi dell'Ottocento e' facile incontrarvi il principe Ludwig di Baviera e il gruppo di pittori da lui protetti, i Nazareni. Col passare del tempo, la clientela diventa sempre piu' internazionale e sempre piu' variegata: qui si incontrano i personaggi piu' creativi e brillanti d'Europa.
Il Caffe' Greco e' anche il piu' antico della Capitale: nasce ufficialmente nel 1760, quando in un documento appare il nome del suo proprietario "Nicola di Maddalena caffettiere, levantino", e questo spiega perche' si chiama Greco. Ma forse gia' esisteva da alcuni anni: sarebbe infatti il "Caffe' di strada Condotta" citato nel 1743 da Giacomo Casanova. Nato grazie a un levantino il Caffe' Greco diventa famoso grazie agli intellettuali tedeschi che cominciano a frequentarlo nel 1779: Wolfgang Goethe e i suoi amici Johann Wilhelm Tischbein, Karl Philipp Moritz e Jakob Wilhelm Heinse stanno sempre li', al punto che Heinse propone di chiamarlo "Caffe' Tedesco". Agli inizi dell'Ottocento e' facile incontrarvi il principe Ludwig di Baviera e il gruppo di pittori da lui protetti, i Nazareni. Col passare del tempo, la clientela diventa sempre piu' internazionale e sempre piu' variegata: qui si incontrano i personaggi piu' creativi e brillanti d'Europa.
A dominare la scena Napoletana e' poi il Il Gran caffe 'Gambrinus, locale storico di Napoli che affaccia sulla celebre piazza
del Plebiscito, nato nel 1860. Arredato in stile Liberty, oltre a
offrirgli rifugio il Caffe' ha offerto anche i suoi muri agli
artisti, conserva al suo interno stucchi, statue e quadri della fine
dell'800 di notevole importanza, compreso Marinetti. Negli anni 1889-1890 per affrescare il locale
vennero chiamati i migliori impressionisti napoletani: Luca
Postiglione, Pietro Scoppetta, Vincenzo Volpe, Eduardo Matania,
Attilio Pratella, Giuseppe Alberto Cocco, Giuseppe Casciaro, Giuseppe
Chiarolanza, Gaetano Esposito, Vincenzo Migliaro, Vincenzo Irolli e
Vincenzo Caprile.
Dalla bella epoque in poi passarono nelle sale dorate del
Gambrinus personaggi illustri d'ogni tempo e paese, diventati poi
clienti affezionati: Gabriele D'Annunzio, che ai tavolini del caffe '
scrisse la poesia "La Vucchella" musicata poi da Tosti, Benedetto
Croce, Matilde Serao, Eduardo Scarpetta, Toto' e i De Filippo, Ernest
Hemingway, Oscar Wilde, Jean Paul Sartre, fra gli altri.
Negli ultimi anni il Caffe ' e' stato frequentemente visitato
dai presidenti della Repubblica Italiana: nelle sue sale sono passati
Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e
Giorgio Napolitano.
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