09/07/21
Libro del Giorno: "Chadzi-Murat" di Lev Tolstoj
06/07/21
Libro del Giorno: "Quando abbiamo smesso di capire il mondo" di Benjamìn Labatut
Adelphi sceglie un'opera di Yves Klein del 1960 come felice copertina per un romanzo assai sui generis che è già diventato uno dei casi dell'anno, grazie al passa parola e alle positive (in alcuni casi entusiastiche) recensioni dei giornali.
L'opera di Klein richiama il suo famoso blu e si ricollega subito alla prima parte del libro intitolata appunta Blu di Prussia che racconta le vicende dell’alchimista che all’inizio del Settecento, infierendo sulle sue cavie, crea per caso il primo colore sintetico, lo chiama «blu di Prussia» e si lascia subito alle spalle quell’incidente di percorso, rimettendosi alla ricerca dell’elisir. La scoperta finisce molto tempo dopo nelle mani di un brillante chimico al servizio del Kaiser, Fritz Haber, quando a Ypres constata che i nemici non hanno difese contro il composto di cui ha riempito le bombole e quando intuisce che dal cianuro di idrogeno estratto dal blu di Prussia si può ottenere un pesticida portentoso, lo Zyklon, che verrà poi utilizzato dagli aguzzini nazisti per lo sterminio degli ebrei nei Lager.
La scelta di Adelphi è felice anche nel titolo: nella difficoltà di utilizzare quello originale (Un verdor terrible) si è scelto il titolo di uno dei capitoli, il più lungo, quello riferito alla figura del genio della fisica del Novecento, Heisenberg, il quale all'epoca ventitrenne, durante la tormentosa convalescenza per una forte allergia, sull'isola sperduta nel mare del Nord, di Helgoland, intuisce e scopre che bisogna smettere di capire il mondo come lo si è capito fino a quel momento e avventurarsi verso una forma di comprensione assolutamente nuova. Per quanto terrore possa, a tratti, ispirare: è la nascita della meccanica quantistica, che ha cambiato la storia del mondo e che resta ancora oggi una teoria profondamente misteriosa anche se verificata un numero infinito di volte (basti pensare che gran parte della nostra moderna tecnologia, tra cui telefoni cellulari o internet funziona grazie ad essa), senza mai essere smentita nemmeno una volta.
Benjamín Labatut, l'autore, è uno scrittore cileno nato a Rotterdam nel 1980. Ha trascorso la sua infanzia tra L'Aia, Buenos Aires e Lima, per poi trasferirsi a Santiago del Cile all'età di quattordici anni. E in questo paese vive attualmente in un remoto villaggio sulla Cordigliera. Il suo primo libro di racconti, La Antártica empieza aquí, ha vinto il Premio Caza de Letras nel 2009 e il Santiago Municipal Literature Award – nella sezione racconti – nel 2013. A questo libro sono seguiti Después de la luz e Quando abbiamo smesso di capire il mondo, che è stato nominato per l'International Booker Prize 2021.
Con il suo stile lucido e disturbante, Labatut costruisce un libro strano e diverso dagli altri. L'assunto è forse proprio quello di esplorare il lato demoniaco/distruttivo della scienza che si esprime nelle stesse vicende biografiche ossessivo/compulsive dei geni, che da Heisenberg a Schrodinger, sono i protagonisti del libro.
La scelta di romanzare, cioè di inventare particolari biografici e non mano a mano che il racconto va avanti, è spiazzante per il lettore. E lo costringe ad andare ogni volta a verificare se quello che scrive Labatut è del tutto vero o no.
Poiché l'avvertenza sulla libertà presa dall'autore nel raccontare queste storie è messa alla fine e non all'inizio del libro, qualche lettore potrà anche sentirsi coinvolto in un gioco scomodo. Forse però è proprio quello che Labatut voleva, visto che il tema centrale del libro è proprio il dubbio relativo alla esistenza di quello che noi chiamiamo "reale", sulla consistenza del quale è proprio la scienza moderna a farci dubitare.
Cosa è vero, cosa no? Chi e cosa sono queste menti geniali che hanno scoperchiato abissi?
La cosa certa è che grazie a Labatut si imparano molte cose su argomenti su cui abbiamo letto tanto, senza mai finire di meravigliarsi di quanto il mistero in cui siamo calati sia spaventosamente fitto e infinitamente complicato.
La mancanza di qualsiasi parvenza di oggettività in quello che noi pensiamo/vediamo/ realizziamo, rispetto al piano di "realtà" - ammesso che esista poi, una realtà - è sconvolgente, dato che le cose nella fisica quantistica sembrano esserci, esistere soltanto se e quando qualcuno le osserva (influenzandolo fra l'altro).
È la via che ha preferito Benjamín Labatut in questo singolarissimo e appassionante libro, ricostruendo alcune scene che hanno deciso la nascita della scienza moderna. Ma, soprattutto, offrendoci un meraviglioso intrico di racconti, e lasciando scegliere a noi quale filo tirare, e se seguirlo fino alle estreme conseguenze.
L'unica pecca per un libro così bello è la cura editoriale - assai strano per un editore come Adelphi - che scivola sul piano dei refusi e della impaginazione. Nella edizione cartacea c'è addirittura una intera riga completamente saltata a fondo pagina, più tanti altri piccoli errori piuttosto imbarazzanti.
05/07/21
Libro del Giorno: "Manifesto di Unabomber" di Theodore Kaczynski
03/07/21
Libro del Giorno: "Taccuini del deserto - Istruzioni per la fine dei tempi" di Ben Ehrenreich
“Il disastro è già avvenuto… È accaduto così tanto tempo fa che ce ne siamo dimenticati, l’abbiamo rimosso, tenuto lontano dalla nostra memoria collettiva. La civilizzazione, come la conosciamo, non è una conquista ma una tragica sconfitta. La maggior parte di quella che consideriamo storia è fondata su una catastrofe che la concrezione degli anni ha solo peggiorato. Ma ciò significa anche che non siamo condannati a questo, che esistono altri modi di vivere, che abbiamo da perdere molto meno di quanto pensassimo, e da imparare ancora un sacco di cose”.
Così scrive Ben Ehrenreich, americano, che scrive regolarmente per «The Nation» e collabora con varie riviste internazionali quali «Harper’s Magazine», «The New York Times Magazine», e «The London Review of Books», autore inoltre di due romanzi e di un libro di saggistica, "The Way to the Spring: Life and Death in Palestine" basato sulle sue esperienze di reporter in Cisgiordania.
Taccuini del deserto, pubblicato da Atlantide, nasce da un lungo soggiorno dell’autore nel deserto californiano del Mojave e da lì, luogo dove tutto inizia e finisce, trae uno sguardo inedito e assolutamente affascinante su quanto l’umanità sta vivendo in questo momento storico “in cui tutto, compreso il tempo, sembra sull’orlo del collasso”: una crisi irreversibile e sempre più profonda alla quale sembra non esserci rimedio se non la fine della nostra civiltà.
E proprio dal deserto, simbolo al tempo stesso di morte e di trascendenza, che “ti fa arretrare e mette l’eternità in primo piano” Ben Ehrenreich prende le mosse per riflettere su cosa significhi l’idea di “fine dei tempi” non solo per la nostra civiltà ma anche per quelle che ci hanno preceduto.
Come affrontare dunque l’Apocalisse ora che il tempo, suggerisce l’autore, sembra essersi annodato su se stesso? E cosa ci insegna la fine di intere civilizzazioni quali per esempio quella dell’antico Egitto e dei Maya?
Passando dalla mitologia alla scienza, dalla storia delle religioni alla politica, dalla cosmologia all’antropologia e al racconto autobiografico, Taccuini del deserto affronta il senso più profondo e riposto dell’essere vivi qui e oggi, sospesi in un tempo di assoluta incertezza, ma che ci pone problemi e domande non troppo dissimili da quelli che altre civiltà prima di noi hanno affrontato, sopravvivendo in modi nuovi oppure scomparendo per sempre.
30/06/21
Torna a Settembre il Festivaletteratura di Mantova, che compie 25 anni.
Il Festivaletteratura di Mantova compie 25 anni e li festeggia, dall'8 al 12 settembre, tornando nelle strade e nelle piazze con un'edizione, dopo le restrizioni per la pandemia, che vede piu' appuntamenti dal vivo rispetto al 2020.
29/06/21
Alla Francia il record dei Premi Nobel per la Letteratura
28/06/21
Marco Bechis, il regista di "Garage Olimpo", racconta finalmente in un libro la sua vita e le torture subite in Argentina
27/06/21
Colosseo, grande emozione: finalmente aperti gli Ipogei sotto l'Arena!
26/06/21
L'atteso rapporto del Pentagono: Per la prima volta gli USA ammettono l'esistenza del fenomeno degli UFO, aprendo (anche) all'ipotesi aliena
24/06/21
Tilda Swinton: "Pasolini un poeta politico senza tempo"
23/06/21
"Chadzi-Murat" il capolavoro di Tolstoj sulla Guerra, che stregò Ludwig Wittgenstein
Adesso che l'ho finalmente letto - uno dei pochi Tolstoj che ancora mi mancavano - capisco pienamente perché Ludwig Wittgenstein, ai suoi studenti di Cambridge che partivano per la mattanza della Seconda Guerra Mondiale, raccomandava fortemente la lettura di questo breve romanzo e anche che lo portassero con loro in trincea.
22/06/21
L'incredibile ritrovamento di un Rembrandt a Roma
Scoprire in modo inaspettato la mano di uno degli artisti più celebrati della storia in un dipinto rimasto sconosciuto per secoli, mettere insieme come un puzzle ogni piu' piccolo indizio, riuscendo infine a vedere il momento ideativo dell'opera d'arte nell'attimo prezioso in cui ha preso forma: una storia appassionante e miracolosa, frutto della felice unione di casualita' fortunate, intuito e scienza, quella al centro del simposio "Rembrandt: individuare il prototipo, vedere l'invisibile", che si è tenuto a Roma all'Accademia di Francia di Villa Medici, promosso dalla Fondazione Patrimonio Italia.
21/06/21
Venezia compie 1600 anni ! Un ponte la unisce a Vicenza con la magia di Pietro Longhi, il grande pittore del Settecento e un Elefante
Da un elefante sbarcato in laguna nel 1774 nasce un ponte di arte e bellezza, di parole ed immagini, che unisce Venezia a Vicenza.
17/06/21
L'incredibile Biblioteca di Umberto Eco trova casa !
16/06/21
L'Accademia della Crusca mette al bando "piuttosto che" usato per dire "oppure"
15/06/21
I limiti dell'Autofiction e la narrativa contemporanea: un debito di sincerità
Riflettevo, dopo aver letto il Nobel Tokarczuk, sui guai derivanti dalla superfetazione editoriale, che spingendo per la pubblicazione di un numero sempre più spropositato di libri e titoli, mischia alto e basso senza senso, eruttando galassie di autori che brillano per un minuto, come le stelle dell'11 agosto, tornando a confondersi nell'oscurità nel breve volgere di un lampo.
14/06/21
Libro del Giorno: "Ludwig Wittgenstein e la Grande Guerra" a cura di Marco De Nicolò, Micaela Latini e Fausto Pellecchia
Che cosa indusse il grande Ludwig Wittgenstein, poco più che ventenne, ad arruolarsi volontario nell'esercito tedesco allo scoppiare della Prima Guerra Mondiale quando avrebbe tranquillamente potuto evitare la leva considerando che veniva da un doppio intervento di ernia e che proveniva da una delle più potenti e aristocratiche famiglie viennesi dell'epoca? Cosa accadde in quei lunghissimi cinque anni, fino all'armistizio e la prigionia - per sette mesi - in un campo di lavoro nel sud dell'Italia?
Questo libro appena uscito dall'editore Mimesis indaga soprattutto la prigionia di Ludwig Wittgenstein (1889- 1951) a Cassino – catturato il 3 novembre 1918 e giunto nel campo di internamento di Caira nel gennaio 1919 – ma è lo spunto per ripensare le condizioni dei prigionieri di guerra durante il primo conflitto mondiale, ma soprattutto per rileggere quelle pagine che il filosofo austriaco portava con sé, ancora in forma di bozze e di appunti, nel suo zainetto personale e che sarebbero divenute il testo di un libro famoso in tutto il mondo: il Tractatus logico-philosophicus (pubblicato nel 1921), uno dei libri capitali della filosofia.
In questo volume, storici, germanisti e filosofi non solo ricostruiscono la vita di Wittgenstein durante il periodo della prigionia e della Guerra, ma colgono l’occasione per rivisitare un pensiero complesso, che indaga sul senso, sui limiti e sulle potenzialità del linguaggio e dell’esperienza in genere.
Un viaggio assai affascinato, con l'unico difetto di essere costellato di molti refusi ed errori di redazione.
Ludwig Wittgenstein e la grande guerra
Curatore: Marco De Nicolò, Micaela Latini, Fausto Pellecchia
08/06/21
La storia degli incontri di Tarkovskij con Fellini nei diari del grande regista russo.