I migliori, oggi, quelli rimasti, si tengono mille miglia lontani dalla politica.
Per i padri greci invece, Aristotele e poi Platone, la politica, cioè l'amministrazione della cosa pubblica, doveva essere appannaggio dell'aristocrazia cioè dei migliori (dal greco άριστος, àristos, "migliore" e κράτος, kratos, "comando"), non dei "più ricchi" come viene oggi intesa la parola aristocrazia, ma "dei migliori", cioè degli uomini più qualitativi.
Oggi che i migliori hanno abdicato (dedicandosi con sommo entusiasmo esclusivamente al proprio orticello) la politica è una prateria occupata dai peggiori, è il momento cioè della cachistocrazia o kakistocrazia (dal greco antico κάκιστος, kákistos, «pessimo» e κράτος, krátos, «comando»), anche detta peggiocrazia, un governo in cui il potere è affidato ai cittadini meno competenti e qualificati, dunque ai "peggiori".
Fabrizio Falconi - 2024
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