Erano le sacerdotesse per eccellenza,
incaricate della custodia del focolare sacro della citta' e di
tutti i riti strettamente connessi al culto domestico.
Dopo il
santuario di Vesta e dopo un lungo percorso restauro e studio,
apre le porte al pubblico anche il complesso della Casa delle
Vestali nel Parco archeologico del Colosseo e nel cuore del Foro
romano.
Dal luglio il nuovo percorso di visita permettera' di
scoprire il settore sud-orientale dell'Atrium Vestae, riportato
alla luce da Rodolfo Lanciani nel corso degli scavi del
1882-1884 e da tempo chiuso al pubblico.
Ecco allora i
riservatisismi appartamenti delle sacerdotesse, oggi spazio per
un museo diffuso con alcune delle sculture rinvenute al Foro
Romano alla fine del XIX secolo.
Ritrovano il suo posto anche
una statua di Vestale e quella che, secondo alcuni studiosi,
raffigura Numa Pompilio, il secondo re di Roma cui e' attribuita
l'istituzione del culto del fuoco e la creazione del sacerdozio
delle vergini sacre.
E poi ancora tra gli ambeinti restaurati,
la stanza della macina in pietra lavica, dove - stando alla
tradizione e in attesa di ulteriori verifiche - le sacerdotesse
di Vesta confezionavano la mola salsa, la focaccia sacra offerta
alla divinita' in occasione delle principali festivita' e, secondo
alcuni, distribuita in piccoli pezzi ai credenti, come atto di
purificazione.
Secondo altri, invece, veniva utilizzata per
cospargere gli animali destinati al sacrificio, da cui il verbo
"immolare".
"E' il primo passo di un complesso programma di
ricerca e restauro - spiega la direttrice del Parco archeologico
del Colosseo, Alfonsina Russo - che, oltre all'apertura
dell'intera Casa delle Vestali, prevede nuovi percorsi e spazi
informativi in tutto il Parco, per coinvolgere il pubblico in
una visita sempre piu' consapevole alla riscoperta di monumenti
straordinari, patrimonio dell'Umanita', in un contesto naturale
di rara suggestione".
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