fossile di Balaena Montalionis, conservato al Museo di Calci
Non un mostro marino, ma un fossile
di cetaceo: svelato il mistero della misteriosa creatura
disegnata da Leonardo da Vinci sul Codice Arundel, una raccolta
di scritti e disegni conservata a Londra alla British Library.
E' quanto rivela uno studio di ricercatori dell'Universita' di
Pisa e dell'Universita' di San Diego (USA).
Lo studio, pubblicato
nella rivista internazionale Historical Biology, e' firmato da
Alberto Collareta, Marco Collareta e Giovanni Bianucci
dell'Universita' di Pisa e da Annalisa Berta dell'Universita' di
San Diego.
"Uno dei fogli che costituiscono il Codex Arundel - spiega
Alberto Collareta, paleontologo del Dipartimento di scienze
della terra - contiene la descrizione delle spoglie di un
poderoso mostro marino, che e' stata a lungo interpretata come
divagazione fantastica o metaforica del giovane Leonardo, se non
come vera e propria rielaborazione poetica di presunte letture
classiche del Genio".
"Esistono tuttavia molte indicazioni - continua Collareta -
che suggeriscono che il giovane Leonardo abbia davvero osservato
una balena fossile. Un censimento dei rinvenimenti di cetacei
fossili toscani dimostra come, nel corso degli ultimi due
secoli, almeno otto localita' toscane nelle vicinanze di Vinci
(Firenze) abbiano restituito resti fossili significativi di
grandi balene".
La prima a ipotizzare che il mostro marino fosse una balena
fossile era stata la biologa marina statunitense Kay Etheridge
nel 2014. Il nuovo studio italo-americano conferma ora la sua
teoria.
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