Sei milioni per il Mausoleo diAugusto, ovvero per il completamento dei lavori di
impiantistica, l'allestimento espositivo, la copertura, e il
"percorso anulare su passerella".
Il progetto preliminare e'
stato approvato dal commissario Francesco Paolo Tronca per
poterlo "includere successivamente nell'elenco annuale del
programma triennale dei lavori pubblici 2016-2018".
La delibera
a cui Tronca ha dato l'ok con i poteri della giunta e' stata
approvata il 25 febbraio e pubblicata oggi sul sito del Comune.
Nello stesso giorno e' arrivato l'ok del Campidoglio anche al
progetto preliminare del restauro del Teatro Valle da 3 milioni;
1,5 per il restauro strutturale e 1,5 per quello architettonico. (fonte ANSA)
Della zona del Campo Marzio a Roma, dove sorgevano nell'antichità i tre grandi monumenti Augustei: L'horologium (o meridiana solare), l'Ara Pacis e l'enorme Mausoleo a lui dedicato ho parlato qui, in Misteri e segreti dei Rioni e dei Quartieri di Roma.
I resti della grandiosa Meridiana di Augusto nelle cantine dei palazzi di San Lorenzo in Lucina.
Nel 1457 il cardinale allora titolare della Chiesa di San Lorenzo in Lucina, Filippo Calandrino, fu involontariamente protagonista di una delle scoperte più stupefacenti della storia archeologica di Roma. Durante i lavori di ristrutturazione delle fondamenta del palazzo Fiano-Almagià, (sulla piazza di San Lorenzo in Lucina, sulla sinistra della Chiesa) e di erezione della cappella dei Santi Filippo e Giacomo (l’attuale sacrestia della Chiesa), infatti, venne in luce, ad otto metri di profondità rispetto al piano stradale attuale, un intero settore dell’horologium fatto costruire dall’imperatore Augusto nel 10 a.C. : una delle più grandiose opere della Roma Antica, che originariamente misurava ben centosessanta metri per settantacinque.
Di questo meraviglioso e ancora in parte misterioso prodigio, si erano persi nei secoli, le tracce. Quella zona, infatti, sulla quale si erano sedimentate le sabbie melmose portate da numerose inondazioni del Tevere, si era poi densamente popolato in epoca medievale. La scoperta, compiuta dai picconatori del Cardinale Calandrino suscitarono l’enorme entusiasmo degli antiquari, tra cui Pomponio Leto, il quale ne lasciò memoria nei suoi appunti.
Questa scoperta, in epoca rinascimentale, fa il paio con una molto più recente e altrettanto clamorosa, risalente al 1979, quando a pochi metri di distanza dalla Chiesa di San Lorenzo in Lucina, nelle cantine di una casa in Via di Campo Marzio, al civico numero 48, sotto uno strato di dieci centimetri d’acqua affiorò un’altra grande porzione di quell’orologio: grandi lastre di travertino, lunghe più di dieci metri, sulle quali sono chiaramente visibili le tacche di bronzo della Meridiana, con le riproduzioni dei segni zodiacali di Ariete, Toro, Leone e Vergine e le grandi scritte in lettere greche. Visitando oggi questo luogo segreto e misterioso, si può avere una idea della grandiosità dell’opera immaginata da Augusto e realizzata dal matematico Facundus Novius (della cui vita non sappiamo quasi nulla).
Come è noto, sovrapposto al grande horologium vi era l’obelisco fatto trasportare dall’imperatore dall’Egitto e attualmente posizionato sul Piazzale di Montecitorio, di fronte all’edificio che ospita oggi la Camera dei Deputati. L’obelisco era stato cavato dalle montagne di Assuan ed eretto dal faraone Psammetico II nel sesto secolo a.C. e portato da Augusto a Roma, insieme a quello Flaminio (oggi in Piazza del Popolo) per celebrare la conquista dell’Egitto. Augusto fece erigere l’obelisco sul suo basamento originale e vi fece porre l’iscrizione – come anche su quello Flaminio – Soli donum dedit nell’attuale Piazza del Parlamento, dove attualmente una targa lo ricorda – al civico n. 3 e dove fu recuperato nel Settecento (l’erezione nel luogo attuale avvenne nel 1792) e rappezzato con il granito rosso ricavato dalla distruzione della Colonna Antonina. L’obelisco aveva dunque la funzione di gnomone, cioè di ago indicatore: il raggio solare intercettava un globo dorato posto a ventinove metri di altezza, sulla sommità del monolite e proiettava l’ombra della sfera sul quadrante monumentale, indicante il giorno dell’anno e il mese, il segno zodiacale, e l’ora, gli equinozi e i solstizi.
Particolarità stupefacente poi, è che la meridiana era costruita in modo tale che al tramonto del 23 settembre di ogni anno, giorno e ora della nascita dell’imperatore, la luce solare proiettava l’ombra della sfera esattamente sull’Ara Pacis, l’altare fatto costruire dallo stesso imperatore nella stessa zona del Campo Marzio. Questa meravigliosa invenzione restò in funzione, purtroppo soltanto per poco più di cinquant’anni, distrutta, come racconta Plinio, prima da un terremoto e poi dalle inondazioni del Tevere. E’ bene anche segnalare che il globo di bronzo originale è andato perduto e che quello bronzeo forato con gli stemmi araldici di Papa Pio VI che attualmente sovrasta quello in Piazza Montecitorio, è un’invenzione di astronomi settecenteschi, sulla base delle ipotesi antiche.
tratto da Misteri e segreti dei Rioni e dei Quartieri di Roma.
Nel 1457 il cardinale allora titolare della Chiesa di San Lorenzo in Lucina, Filippo Calandrino, fu involontariamente protagonista di una delle scoperte più stupefacenti della storia archeologica di Roma. Durante i lavori di ristrutturazione delle fondamenta del palazzo Fiano-Almagià, (sulla piazza di San Lorenzo in Lucina, sulla sinistra della Chiesa) e di erezione della cappella dei Santi Filippo e Giacomo (l’attuale sacrestia della Chiesa), infatti, venne in luce, ad otto metri di profondità rispetto al piano stradale attuale, un intero settore dell’horologium fatto costruire dall’imperatore Augusto nel 10 a.C. : una delle più grandiose opere della Roma Antica, che originariamente misurava ben centosessanta metri per settantacinque.
Di questo meraviglioso e ancora in parte misterioso prodigio, si erano persi nei secoli, le tracce. Quella zona, infatti, sulla quale si erano sedimentate le sabbie melmose portate da numerose inondazioni del Tevere, si era poi densamente popolato in epoca medievale. La scoperta, compiuta dai picconatori del Cardinale Calandrino suscitarono l’enorme entusiasmo degli antiquari, tra cui Pomponio Leto, il quale ne lasciò memoria nei suoi appunti.
Questa scoperta, in epoca rinascimentale, fa il paio con una molto più recente e altrettanto clamorosa, risalente al 1979, quando a pochi metri di distanza dalla Chiesa di San Lorenzo in Lucina, nelle cantine di una casa in Via di Campo Marzio, al civico numero 48, sotto uno strato di dieci centimetri d’acqua affiorò un’altra grande porzione di quell’orologio: grandi lastre di travertino, lunghe più di dieci metri, sulle quali sono chiaramente visibili le tacche di bronzo della Meridiana, con le riproduzioni dei segni zodiacali di Ariete, Toro, Leone e Vergine e le grandi scritte in lettere greche. Visitando oggi questo luogo segreto e misterioso, si può avere una idea della grandiosità dell’opera immaginata da Augusto e realizzata dal matematico Facundus Novius (della cui vita non sappiamo quasi nulla).
Come è noto, sovrapposto al grande horologium vi era l’obelisco fatto trasportare dall’imperatore dall’Egitto e attualmente posizionato sul Piazzale di Montecitorio, di fronte all’edificio che ospita oggi la Camera dei Deputati. L’obelisco era stato cavato dalle montagne di Assuan ed eretto dal faraone Psammetico II nel sesto secolo a.C. e portato da Augusto a Roma, insieme a quello Flaminio (oggi in Piazza del Popolo) per celebrare la conquista dell’Egitto. Augusto fece erigere l’obelisco sul suo basamento originale e vi fece porre l’iscrizione – come anche su quello Flaminio – Soli donum dedit nell’attuale Piazza del Parlamento, dove attualmente una targa lo ricorda – al civico n. 3 e dove fu recuperato nel Settecento (l’erezione nel luogo attuale avvenne nel 1792) e rappezzato con il granito rosso ricavato dalla distruzione della Colonna Antonina. L’obelisco aveva dunque la funzione di gnomone, cioè di ago indicatore: il raggio solare intercettava un globo dorato posto a ventinove metri di altezza, sulla sommità del monolite e proiettava l’ombra della sfera sul quadrante monumentale, indicante il giorno dell’anno e il mese, il segno zodiacale, e l’ora, gli equinozi e i solstizi.
Particolarità stupefacente poi, è che la meridiana era costruita in modo tale che al tramonto del 23 settembre di ogni anno, giorno e ora della nascita dell’imperatore, la luce solare proiettava l’ombra della sfera esattamente sull’Ara Pacis, l’altare fatto costruire dallo stesso imperatore nella stessa zona del Campo Marzio. Questa meravigliosa invenzione restò in funzione, purtroppo soltanto per poco più di cinquant’anni, distrutta, come racconta Plinio, prima da un terremoto e poi dalle inondazioni del Tevere. E’ bene anche segnalare che il globo di bronzo originale è andato perduto e che quello bronzeo forato con gli stemmi araldici di Papa Pio VI che attualmente sovrasta quello in Piazza Montecitorio, è un’invenzione di astronomi settecenteschi, sulla base delle ipotesi antiche.
tratto da Misteri e segreti dei Rioni e dei Quartieri di Roma.
Complimenti al Prefetto Tronca !
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