Dieci grandi anime. 10. Roger Schutz (1./)
Il nome di Roger Louis Schutz,
detto frère Roger fece il
giro del mondo quel caldo giorno, il 16 agosto del 2005, quando la notizia che
una donna squilibrata aveva accoltellato l’ottantenne fondatore della Comunità
di Taizè, impressionò gettando nello
sconforto le centinaia di migliaia di
persone che nel corso dei decenni avevano soggiornato tra quelle colline della
Borgogna, alla ricerca di un ristoro o di una rigenerazione spirituale.
Le
circostanze della morte del frère,
assai simili al martirio (seppure per mano di una persona non in possesso di tutte
le facoltà mentali) contribuirono alla riconsiderazione della vicenda umana di
un uomo dalla personalità unica, che con la sua opera dedicata agli altri ha
attraversato gran parte del Novecento, un cammino che ha lasciato tracce ben
visibili, e tutt’oggi importantissime.
Ogni settimana, a Taizè, continuano a
riunirsi e a pregare, recitando i famosissimi canti della Comunità, nella Chiesa della Riconciliazione – costruita
nel 1962 e ampliata con un grande avancorpo nel 1990 – migliaia di persone di
almeno 70 nazionalità diverse. Gli
incontri intercontinentali organizzati dalla Comunità riuniscono da 3000 a 6000 persone ogni
settimana d’estate, e da 500 a 1000 in primavera e in autunno. La preghiera di ogni sabato sera – a Taizè
ogni settimana è scandita sui tempi della Settimana Santa di Cristo - è come una veglia di Pasqua, una festa della
luce. Ogni venerdì sera c’è la
suggestiva adorazione della croce, che si prolunga per ore. E ognuno è chiamato a prostrarsi, affidando
al Legno le proprie pene personali.
Le lettere di Frèrè Roger continuano ad
essere diffuse in 60 diverse lingue del mondo.
Alla fine di ogni anno Taizè organizza grandi incontri di giovani – si arrivano a contare fino a
centomila presenze – nelle grandi città europee e negli altri quattro
continenti. Al termine di questo
pellegrinaggio di fiducia sulla terra,
ogni partecipante è chiamato a portare la pace e la riconciliazione nelle loro città, nei luoghi di lavoro, nelle università, tra le diverse generazioni.
Taizè, nel corso degli anni, è divenuta quella sorgente che il suo fondatore sognava. I fratelli – delle diverse confessioni
cristiane - non sono lì per accettare
doni o regali. Svolgono, invece, quel ruolo che la fede, secondo Frère Roger è
chiamata sempre di più ad assolvere nel convulso mondo moderno:
Quando la Chiesa
ascolta, guarisce, riconcilia, essa diventa ciò che di più trasparente ha in se stessa: il limpido riflesso di un
amore. (1)
Un sogno, quello della pace e della
riconciliazione – prima di tutto tra i diversi fratelli che si riconoscono in
Cristo e che sono da secoli divisi – inseguito da Frère Roger sin
dall’infanzia, e tenacemente portato avanti – con una forza che assomiglia
molto alla santità - attraverso molti e
radicali ostacoli.
Roger Schutz - il nome completo è Roger Louis
Schutz-Marsauche - nato a
Provence, un paese di trecento anime, nel cantone svizzero del Vaud, il 12
maggio del 1915, proveniva, ultimo di nove figli, da una famiglia protestante. Il padre, Karl Ulrich Schütz era il pastore
della parrocchia di Provence, sua madre Amélie
Henriette Schütz-Marsauche aveva invece origini francesi, della Borgogna, ed
era una appassionata di
musica che, prima di sposarsi, aveva studiato canto a Parigi con l’ambizione di
diventare un giorno una cantante solista.
Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata.
1.
Così
Frère Roger in Olivier Clément, Taizè-un
senso alla vita, edizioni Paoline, Milano 1998, pag. 84.
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