L'11 aprile 1987 moriva Primo Levi.
Il suo corpo lo trovarono al fondo della tromba delle scale
nella casa dove abitava, in corso re Umberto a Torino.
Oggi,
dopo 25 anni, sono stati annunciati i lavori di ristrutturazione
che riapriranno tra qualche mese la palazzina dell'ex Siva di
Settimo Torinese dove lui lavoro'. Era una fabbrica di vernici,
diventera' un grande contenitore dove troveranno ospitalita'
rifugiati politici provenienti da ogni parte del mondo, un
museo, uno spazio teatrale e un punto vendita dei prodotti di
Libera, prodotti provenienti dai terreni sequestrati alla mafia.
La gestione sara' affidata a Terra del Fuoco che gia' l'ha
eretta a luogo simbolo di partenza del Treno della memoria che
ogni anno porta centinaia di studenti in visita nei lager. In
quella palazzina, a pochi metri dall'autostrada Torino-Milano,
dal 1947 al 1975 si recava Primo Levi che ne divento' direttore
generale.
All'epoca la Siva era la prima fornitrice di vernici
isolanti dell'Unione Sovietica. Quell' esperienza lo segno'
tanto che in molti suoi libri ci sono importanti riferimenti
alla sua attivita' di chimico, un esempio su tutti "La chiave a
stella".
Quando Levi vinse il Premio Campiello con il libro
"La Tregua", i dipendenti della Siva gli fecero una grande
festa nella sala mensa.
Chiusa vent'anni fa, e' rimasta per lungo tempo uno dei tanti
giganti di cemento che la deindustrializzazione ha distrutto, ma
e' stata sottratta all'asta e quindi alla probabile demolizione,
dal Comune di Settimo e dal suo sindaco Aldo Corgiat.
Recentemente ha ottenuto un finanziamento dal Senato di 350 mila
euro che permettono l'avvio dei lavori che si concluderanno - e'
stato assicurato oggi - prima della partenza del prossimo treno
della memoria, a gennaio 21013.
"Riconsegniamo alla citta' un simbolo importante dove
troveranno spazio importanti attivita' storico-culturali, ha
detto il sindaco Corgiat. "Oggi - ha aggiunto il presidente di
terra del Fuoco, Oliviero Alotto - abbiamo la straordinaria
opportunita' di dare una casa al Treno e ad altri progetti, una
casa che vogliamo diventi un laboratorio di conoscenza e di
riflessione, per noi, per i ragazzi e le ragazze del Treno e per
tutti quelli che lo vorranno, a partire dal passato e dalla
memoria che di quel passato costruiamo".
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