E' stato lo stesso Gabriel GarciaMarquez, a 85 anni appena compiuti, a scrivere un prologo per
l'edizione del suo libro piu' famoso, 'Cent'anni di solitudine',
in lingua indigena colombiana.
Il quotidiano El Heraldo di Barranquilla ha pubblicato oggi
alcuni brani del testo scritto dal premio Nobel colombiano come
introduzione all'edizione in lingua Wayuunaiki, tradotto dagli
stessi indios Wayuu, un'etnia che vive in una sierra montuosa
all'estremo nord della Colombia, nella provincia di La Guajira.
Nel celeberrimo libro, che lancio' il cosiddetto ''realismo
fantastico'' sudamericano, appaiono due personaggi dell'etnia
Wayuu, Visitacion e Cataure, che portano la peste dell'insonnia.
''Vedendo il testo dell'esemplare di Cent'anni di solitudine
tradotto in lingua Wayuu, mi sono sentito come il Grande
Parolaio, capace di esprimere la forza di questa razza di uomini
caldi e sempre impetuosi - scrive 'Gabo' - Il ricordo costante
della provincia di La Guajira mi riporta allo sguardo dei miei
nonni, di mia madre, dei miei fratelli, degli zii e dei cugini,
pieno dei ricordi di questa terra e di questi popoli ribelli,
che ha nutrito la mia anima di viaggiatore indomito''.
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