12/10/11
La porta del silenzio.
Il coro dell'opinione comune sostiene oggi, di non sentire Dio, di vedere e percepire - specie qui in Occidente - solo realtà e materia (e soldi, beni, consumi...). Eppure, di fronte a questa evidenza, ciascuno dovrebbe interrogarsi su cosa sono diventate le nostre vite.
Nei luoghi di lavoro, nelle famiglie, negli stadi, negli aeroporti, anche nelle chiese. Dappertutto vige una stessa caratteristica: l'assenza del silenzio.
Eppure la radice stessa etimologica della parola mistico (come del resto quello della parola mistero) proviene dal verbo greco muein, ovvero: tacersi.
Se uno non si tace, non avrà alcuna possibilità di ascoltare Dio.
Se uno pretende di trovare Dio, o un senso mistico dell'esistenza in mezzo al caos, al rumore, al fraintendimento, al vociare, al pulsare di mille sollecitazioni, non avrà alcuna possibilità di riuscirvi.
Il silenzio è merce rara. Anzi, introvabile. Ormai, anche navigando su di un battello in mezzo al mare, si sentirà musica orrenda sparata dagli altoparlanti a bordo, che impedirà di ascoltare perfino il rumore del mare.
Come è possibile, nel rumore assordante, ascoltare se stessi, che è appunto l'unico modo di ascoltare Dio ?
Raimon Panikkar scrive:
Nel processo a Gesù egli risponde alla domanda del potere ("che cos'è la verità?") tacendo: se non capiamo quel silenzio come la risposta a Ponzio Pilato, non abbiamo capito Gesù e non abbiamo capito il linguaggio umano.
Perchè ogni linguaggio è vero in quanto rivela quella sorgente di silenzio da cui la verità sgorga. Cristo ha detto: "Io sono la verità"; ma non ha detto: "La verità è quello che voi dite di me". Egli è la via, la verità, la vita, ma solo se si cammina per la via, se si sta nella verità, e se si vive, altrimenti stiamo vivendo la vita di altri.
Una profondità "mistica" è ciò che ci manca oggi: la mistica di Abramo che, pur non sapendo dove stava andando, sapeva però che proprio là stava la voce di Dio.
Fabrizio Falconi.
fonte Mysterium
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