Per molto tempo, la Piazza di Spagna fu definita cristianissima piazza, quasi si
trattasse della Piazza più santa di Roma, ancor più di Piazza San Pietro. Ciò
si doveva in parte alla pianta della Piazza, che sembra ricalcata quasi sul
monogramma di Cristo, cioè il Labarum,
il Chi-Ro, con le due lettere greche
simbolizzate dalle quattro strade laterali che vi convergono e che sembrano una
ics (la Chi greca) e l’asse centrale
che l’interseca (da Via Condotti alla Scalinata) che rappresenterebbe la erre
(la Ro greca); in secondo luogo per
l’affollamento di edifici o monumenti di ispirazione cristiana che vi si
affacciano, la Chiesa di Trinità dei Monti, il collegio di Propaganda Fide, la
Barcaccia del Bernini che sembra richiamare la navicella di San Pietro e infine
la colonna dell’Immacolata.
Questa, ha una storia davvero particolare. Alta
quasi dodici metri e con un diametro di un metro e mezzo fu rinvenuta integra
durante scavi eseguiti nel 1778, e proveniva probabilmente dal complesso degli
edifici augustei che sorgevano in quella zona nel I secolo d.C.
Proprio per le sue notevoli dimensioni, però, la
colonna rischiò incredibilmente di essere di nuovo sotterrata. Al contrario
degli altri frammenti ritrovati in quegli scavi che si prestavano ad un rapido
reimpiego, era difficile trovare una giusta collocazione ad una colonna così
imponente.
Restò dunque malinconicamente abbandonata per molti
anni nei pressi del Quirinale, in attesa di una occasione per un suo
riutilizzo, occasione che arrivò quando papa Pio IX decise di celebrare il dogma dell’Immacolata Concezione da lui
proclamata.
L’inaugurazione della Colonna (grazie ai diecimila
scudi versati al Papa da Ferdinando II di Borbone), nella nuova collocazione
avvenne l’8 dicembre – festa dell’Immacolata – del 1854, e a sorpresa, il Papa
non fu presente. Uno dei cronisti
dell’epoca, il britannico Norton, che era protestante, colse allora subito
l’occasione per ironizzare sul Pontefice, vaticinando che l’opera avrebbe avuto
sicuramente una ottima riuscita, visto che – come scrisse nei suoi diari – ho sentito dire che la sua presenza era
temuta per la fame che egli ha di portare il malocchio.
Davvero irriverente, nei confronti di un Papa !
La Colonna, poi fu oggetto anche di un’altra
celebre pasquinata: quando furono svelate le quattro statue alla base del
monumento, rappresentanti i quattro profeti, Isaia, Ezechiele, David e Mosè, il
popolo non tardò ad accorgersi che l’ultima di queste statue – proprio quella
di Mosè – aveva una bocca che appariva sproporzionatamente piccola.
Pasquino allora scrisse uno sferzante epigramma,
facendo finta di rivolgersi al Mosè, come aveva fatto Michelangelo, dicendogli:
Parla ! E il Mosè dalla bocca piccola, gli rispondeva: Non posso ! E di rimando
Pasquino: Allora fischia! E il Mosé: Sì, fischio lo scrittore ! Che era il povero e inconsapevole Ignazio
Jacometti.
Tratto da: Fabrizio Falconi, Misteri e Segreti dei Quartieri e dei Rioni di Roma, Newton Compton, Roma, 2015
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