"Hitler aveva una capacita' quasi medianica di comprendere le
piu' profonde aspirazioni del popolo tedesco". A quasi
ottant'anni dalla sua morte nel bunker della Cancelleria a
Berlino ha ancora senso interrogarci sulla sua eredita' e sulla
modernita' della sua leadership?
La risposta e': ora piu' che mai.
Basta leggere il volume Il leader, su Adolf Hitler: la
manipolazione, il consenso, il potere scritto dallo storico
Davide Jabes.
Un libro scorrevole, divulgativo, con alla base la
volonta' di non volere essere tanto una nuova ricerca
sull'attivita' del dittatore tedesco, quanto una riflessione
sulla sua 'presenza'.
Sulla insondabile ma ricorrente seduzione
esercitata dal despota sulle masse che lo acclamano.
Una
necessaria lettura da fare superando "il naturale disgusto"
verso la persona e la ricerca del nemico da annientare, a
partire dagli ebrei, suggerisce l'autore, per iniziare
"seriamente a preoccuparci di come avrebbe impostato l'esistenza
dei suoi 'amici', ovvero di quel mondo che lo idolatrava o
quanto meno gli ubbidiva".
"In Italia, non molti anni fa, durante un quiz televisivo
nessuno dei concorrenti seppe rispondere a una semplice domanda:
quando era andato al potere Adolf Hitler", ricorda Jabes nella
prefazione al libro.
Il Fuhrer "diede risposta a masse di
diseredati, di persone schiacciate da un presente terribile
promettendo loro un futuro radioso, il tutto risultando
credibile e onesto (questa forse la sua performance 'artistica'
migliore). Perche' non considerare la sua pericolosa eredita' non
degna della massima attenzione, quando oggi una moltitudine
assai maggiore aspetta di essere sollevata dallo stato di
costante miseria economica e sociale in cui versa?".
Il volume analizza la giovinezza di Hitler, il
condizionamento disturbante avuto dalla sua famiglia di origine
nonche' la giovinezza trascorsa a Vienna, dove sviluppa quel
rifiuto della societa' multiculturale, multilinguistica per
abbracciare a Monaco sintesi piu' semplificatrici e rispondenti
al suo bisogno di cercare il nemico a tutti i costi.
Le trova
nella destra bavarese e nell'antisemitismo che l'alimenta, nella
sua disordinata e caotica costruzione di un modello illustrato
con enfasi in un crescendo retorico ma quasi musicale.
Per
questo Jabes sottolinea l'importanza della passione di Hitler
per Wagner e le sue frequentazioni dei teatri. Sono descrizioni
e ricostruzioni molto suggestive, capaci di trasportarci nel
vissuto di un uomo di cui vorremmo non parlare piu', mentre
l'autore con professionale distacco ci mostra uno per uno quali
sono i possibili agganci con l'attualita'. Sta a noi scegliere di
interrogarci sul tema o chiudere il libro e ancora una volta far
finta di niente, sperando che tutto si risolva da se'.
DAVIDE JABES
IL LEADER. ADOLF HITLER: LA MANIPOLAZIONE, IL CONSENSO, IL POTERE
Solferino
pagine 251
18 euro
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