26/02/20

Libro del Giorno: "Sopruso: Istruzioni per l'uso" di Valerio Magrelli




Un pamphlet, un j'accuse, un ironicissimo ma tremendamente reale cahier de doléance.

E' questo l'ultimo libro di Valerio Magrelli: poco più di 100 pagine che si leggono in un soffio, ma che fanno arrabbiare, indignare anche ridere molto. 

Il poeta si libera del principale dei suoi incubi: quello di avere a che fare, in Italia e maggiormente a Roma - la città in cui è nato e abita - con i cosiddetti alterprivi: persone che vivono ignorando completamente la presenza dell'altro, anzi, non calcolandola proprio, assumendo atteggiamenti di brutale noncuranza, di prevaricazione, sopraffazione, umiliazione.

Non si tratta soltanto dei risaputi orrori della burocrazia e dell'autorità costituita (per quanto può esserlo in Italia), ma di qualcos'altro: di atteggiamenti diffusi capillarmente in quello che è chiamato prossimo: nel veloce e tagliente librino Magrelli ne passa in rassegna una schiera: il saltafila alla posta, il medico che umilia il paziente, gli autisti infestanti con le loro sirene antifurto, la musica sparata ad alto volume nei parchi e nei bar, i vivavoce dei cellulari aizzati a tutta birra nei vagoni dei frecciarossa, i padroni di cani lasciati ad abbaiare per otto ore di seguito sui balconi condominiali, addirittura le bande di Hare Krishna che arrivano ad occupare militarmente un appartamento dello stabile dove Magrelli vive, con i loro ritornelli mistici cantati a tutto volume dalle finestre aperte dalla mattina alla sera e perfino l'apertura di un ristorantino adeguato ai gusti della setta, al piano terra, con effluvi e mondezza che si disperdono in ogni dove. 

Magrelli autoproclama nel libello la sua parzialità, la sua propensione "genetica" alla reazione al sopruso e lo fa con un fulminante breve saggio finale dedicato alla roscitudine, cioè alla condizione di essere rosso di capelli - e quindi discriminato e soggetto naturale di soprusi - che appartiene sin da bambino al poeta romano. 

Proprio questa propensione è però forse la molla che agita in Magrelli la spinta ad una ribellione che - come nell'episodio degli Hare Krishna nel quale un unico abitante esasperato innesca la protesta dell'intero quartiere contro gli "infestatori" arancioni - egli spera si propaghi, trovi coscienza nelle persone, porti ad una riappropriazione degli spazi di libertà personali, così miserabilmente travolti dal vivere sguaiato e prepotente che abita le nostre città. 

Fabrizio Falconi 


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