Dal vecchio San Pietro al Palatino
senza il Settizonio.
Roma "sparita" rinasce in migliaia di
immagini - disegni, stampe, fotografie, bozzetti di monumenti
storici dal Cinquecento al Novecento - postati in rete grazie
allo sforzo congiunto di universita' americane e del governo
italiano.
Il materiale e' quello collezionato dal celebre
archeologo romano Rodolfo Lanciani e conservato - visibile
finora solo su appuntamento - al quarto piano di Palazzo
Venezia.
Lanciani voleva documentare l'intera storia di Roma dalle
origini ai suoi giorni e lo aveva fatto raccogliendo circa 15
mila tra disegni e stampe alcune a firma di artisti come Giani,
Valadier, Piranesi, Rossini e Caracciolo.
L'iniziativa digitale
riguarda circa quattromila immagini.
"Roma e' una citta' dai molti
strati", ha detto Erik Steiner, co-direttore dello Spatial
History Project del CESTA (Center for Statial and Textual
Analysis) di Stanford in California: "Per conoscerne la storia
devi guardare strato per strato. Questa collezione e' un aiuto".
L'archivio online documenta momenti iconici delle
trasformazioni della citta' dei Papi, come quando Palazzo
Branconio dell'Aquila di Raffaello fu distrutto a meta' Seicento
per far posto al Colonnato del Bernini, ma anche la sua vita
quotidiana, ad esempio i mercati che a partire dal Quattrocento
arrivarono a Piazza Navona.
L'iniziativa e' il frutto di una
collaborazione biennale tra CESTA, le biblioteche universitarie
di Stanford, l'universita' dell'Oregon, il Dartmouth College e le
autorita' italiane.
"L'ambizione era quella di portare una delle
citta' del mondo piu' documentate nell'era digitale - ha detto
Steiner al sito di Stanford - usando le best practices e gli
strumenti messi a punto dalle nostre biblioteche".
Dopo la morte di Lanciani nel 1929 la sua biblioteca fu
venduta all'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte
a Roma su raccomandazione dell'allora direttore Corrado Ricci.
"E' un materiale molto importante ed e' stato usato da molti
studiosi, ma le possibilita' di accesso sono molto limitate", ha
detto l'archeologo italiano Giovanni Svevo che ha collaborato al
progetto assieme a James Tice dell'Universita' della University
of Oregon e Nicola Camerlenghi di Dartmouth.
L'iniziativa
digitale e' stata sostenuta dal ministero per i Beni Culturali,
dalla Kress Foundation e dall'Istituto Nazionale di Archeologia.
"La collaborazione con il governo italiano e' stata molto
importante", ha detto Camerlenghi.
Digitalizzare l'archivio
Lanciani e' parte di un progetto piu'
ampio per ricreare la storia degli spazi urbani di Roma.
L'iniziativa, chiamata "Mapping Rome", e' nata nel 2004 dalla
collaborazione con Steiner e Tice con Allan Ceen, il direttore
dello Studium Urbis, un progetto dedicato alla storia
urbanistica di Roma.
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