Potrebbe
essere stata la presenza di una vasta area infestata dalla
malaria nella zona dell'attuale Lugnano in Teverina tra i motivi
principali che hanno arrestato l'avanzata di Attila, re degli
Unni, verso Roma: e' al momento solo una teoria
storico-scientifica, ma su di essa stanno lavorando, per cercare
di approfondire tutti gli aspetti e trarne un quadro definitivo,
gli archeologi di Stanford University, Yale University e
Universita' dell'Arizona, impegnati negli scavi nella necropoli
di Villa Gramignano.
Le ricerche potrebbero così dare una risposta a uno dei misteri più resistenti della storia, sul perché cioè, nel 410 durante la sua travolgente invasione dell'Italia, dal Nord al Sud, Attila decise di fermarsi, di tornare indietro, risparmiando così Roma dai suoi saccheggi.
Ricerche che non e' escluso possano fornire
elementi importanti ed utili anche per la ricerca medica, in
particolare proprio sulla malaria.
Nella necropoli dei bambini, cosi' conosciuta al mondo
scientifico, e' stata infatti gia' da tempo scoperta la presenza
di numerosi infanti morti a causa di un ceppo della malattia, il
plasmodium falciparum, che provoco' molti decessi in poco tempo.
"Quelle fatte a Poggio Gramignano sono scoperte eccezionali"
ha detto durante la presentazione nella sede della
Provincia di Terni dei risultati della campagna di scavi 2016,
il sindaco di Lugnano, Gianluca Filiberti.
"Cio' che gli archeologi stanno cercando - ha continuato - e'
una maggiore e definitiva certezza su cio' che si e' gia' trovato
per un sito che potrebbe essere stato molto importante anche a
livello storico".
La campagna di scavi 2016, svolta dall'equipe coordinata dal
professor David Soren, ha proseguito il lavoro avviato sul sito
tra la fine degli anni '80 e il 1992, che aveva portato alla
luce i principali ambienti abitativi di una villa di epoca
romana riutilizzata come necropoli a partire dalla meta' del V
secolo d.C., da cui emersero i resti di 47 bambini morti.
I nuovi scavi hanno indagato una sezione della necropoli
scavata solo parzialmente durante le passate campagne,
permettendo di applicare le nuove tecniche d'avanguardia, per
individuare piu' facilmente le prove di malaria.
Oltre ai
materiali fittili e ceramici e ai resti delle strutture murarie
crollate, gli strati scavati hanno restituito un'abbondante
presenza di ossa animali. La campagna di scavi del 2017 - e'
stato spiegato stamani - continuera' sul progetto in itinere
dallo scorso anno con la speranza di poter trovare sia ulteriori
insediamenti relativi alla villa, sia per quanto riguarda la
necropoli di bambini alla quale potrebbe aggiungersi quella
degli adulti, vista l'epidemia malarica che causo' la morte dei
piccoli.
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