Un fotogramma da 'Mister Hula Hoop' (The Hudsucker Proxy), di Joel e Ethan Coen, 1994
La vera festa, per l'addio ad un anno è quella interiore.
Alberi, fiumi, cose, stelle, non hanno l'impressione di sentire il passaggio del tempo, il bisogno di una soglia, che gli esseri umani invece hanno necessità di segnare sempre, dall'istante stesso che sono nati.
Di soglia in soglia, l'essere umano muta.
Ma non tanto esteriormente.
Ciò che veramente cambia è lo scenario interiore. Si può essere grati di quel che si è imparato e anche di quel che si è sofferto se è servito. Si può festeggiare una rinascita, si può brindare allo spirito, ci si può predisporre ad una festa interiore (apparentemente immobile), che è l'unica davvero senza fine. Se si è capaci di conservare un cuore aperto. Capace di dire sì alla vita (senza pìù accusare, nemmeno gli accusatori, nemmeno se stessi).
Così scriveva Friedrich Nietzsche ne La gaia scienza (1882):
Per l'anno nuovo. [...] Oggi ognuno si permette di esprimere il suo augurio e il suo più caro pensiero: ebbene, voglio dire anch'io che cosa oggi mi sono augurato da me stesso e quale pensiero quest'anno, per la prima volta, m'è venuto in cuore - quale pensiero deve essere per me fondamento, garanzia, dolcezza di tutta la vita futura! Voglio imparare sempre di più a vedere il necessario nelle cose come fosse quel che v'è di bello in loro: cosi sarò uno di quelli che rendono belle le cose. Amor fati: sia questo d'ora innanzi il mio amore! Non voglio muover guerra contro il brutto. Non voglio accusare, non voglio neppure accusare gli accusatori. Guardare altrove sia la mia unica negazione! E, insomma: quando che sia, voglio soltanto essere, d'ora in poi, uno che dice sì!
Auguri per un felice anno nuovo da questo blog.
Fabrizio Falconi