Un rinnegato delle proprie mani,
e dimenticato come un animale morto, -
e molte resistenze altrui,
E la rivolta in me contro di me.
Che da questo possa venire
qualcosa di nuovo, vero e grande -
oh, infinitamente pavido è il mio cuore,
più spaurito del sogno e del talismano.
Come se non mi fosse alleata,
la vita è ogni giorno in rivolta
e ancora ricordo come da fanciullo
volessi allontanarmi da lei, verso le distese...
E negli anni tutto è rimasto
come, quando, sgomento, iniziai,
sconsolato e triste chi mi ama
e le lontananze mi guardano crudeli.
E vado, non so che fare
ho dimenticato quanto ero venuto a dire;
tutti vogliono ch'io diventi
un guerriero, mentre sono uno sposo...
Rainer Maria Rilke, 17 novembre 1902, tratta da Diario di Parigi, traduz. di Andreina Lavagetto, Einaudi, 2003, pag. 37
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