La nostra presenza qui, su questo mondo, è fondata sul presupposto dato per scontato, della nostra individualità. L'individualità - quando sconfina in individualismo e in fanatismo - è anche il presupposto su cui si fondano fondamentalismi, nazionalismi, xenofobie.
Eppure se soltanto riflettessimo sull'autentico fondamento della natura umana, capiremmo quanto sono labili i presupposti di questa individualità.
Come ha efficacemente descritto Bill Bryson nel suo straordinario libro Breve storia su (quasi) tutto (pubblicato da Guanda nel 2006) le conoscenze scientifiche dimostrano sempre più chiaramente l'origine comune degli esseri umani.
Ecco il brano che spiega assai bene la questione:
Se i nostri genitori non si fossero uniti proprio in quel momento - con una precisione al nanosecondo - noi non saremmo qui.
E se i loro rispettivi genitori, e i genitori di questi ultimi prima di loro, non avessero fatto altrettanto, ovviamente e di nuovo, noi non saremmo qui.
Appena venti generazioni fa il numero di persone che hanno procreato nel nostro interesse arriva a 1.048.576.
Trenta generazioni fa il numero totale dei nostri antenati era di oltre un miliardo. Se tornassimo indietro di sessantaquattro generazioni (all'epoca dei romani) il numero di persone che dovremmo ringraziare sarebbe di qualche triliardo.
Ovvio che i numeri non tornano. La risposta è che la nostra non è una linea pura. Non saremmo qui infatti, se non ci fosse stato qualche 'incesto' - anzi, molti 'incesti' - sebbene a un livello di parentela molto lontano, o prudente. Poichè abbiamo milioni di antenati saranno state molte le occasioni in cui un nostro parente per parte di madre si sarà accoppiato con qualche lontano parente per parte di padre.
In realtà se si ha una relazione con qualcuno della stessa razza e della stessa nazione, ci sono ottime probabilità di essere in qualche modo parenti.
E fra noi c'è anche una misteriosa, arcana somiglianza.
Se confrontassimo infatti i nostri geni con quelli di qualsiasi altro essere umano scopriremmo che sono identici al 99,9 per cento. E' questo a fare di noi una specie.
Le minuscole differenze che rendono conto di quello 0,1 per cento sono ciò che ci conferisce la nostra individualità.
Il mistero più grande, dunque, è proprio dentro di noi.
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