E' rutilante, dal ritmo indiavolato, divertente e stilosa - e ancora ad alto livello - la nuova serie britannica "The Gentleman" appena lanciata da Netflix, creata dal geniaccio sregolato e incline a capitomboli imbarazzanti di Guy Ritchie, che nonostante alcune cose buone o molto buone che ha fatto, ancora fatica a togliersi di dosso la fama di "(ex) marito di Madonna".
Qui si tratta del riutilizzo (o meglio dello spin-off come dicono quelli che ci capiscono) di un'idea divenuta già a suo tempo un film, scritto e diretto da Ritchie nel 2019, con lo stesso titolo: "The Gentleman", uscito nel 2019, con un gran cast (McCaughney, Hugh Grant, Michelle Dockery, Colin Farrell) che, incappato nella pandemia da Covid, ha comunque incassato 115 milioni di dollari.
Ritchie rilancia dunque l'idea, espandendo la storia in 8 divertenti e elaborati episodi in cui assistiamo alle (complicate e grottesche) vicende riguardanti un giovane nobile inglese, Edward Horniman che eredita inaspettatamente (pur essendo secondogenito) la tenuta di 15.000 acri e il titolo di Duca di Halstead per volontà e testamento del padre recentemente scomparso.
Dietro la nomina prestigiosa, però si nasconde un incubo: Edward apprende infatti che la terra di famiglia è diventata da anni, parte di un impero segreto di coltivazione di erbe infestanti gestito dal gangster Bobby Glass.
Ora deve esplorare un mondo di personaggi eclettici e pericolosi con obiettivi nefasti, cercando allo stesso tempo di proteggere la sua casa e restare in vita.
L'idea di fondo, del film come della serie, che sta a cuore a Ritchie, è quella di mostrare - con una certa perfidia - come la classe aristocratica (britannica, in questo caso) e la criminalità organizzata più violenta siano fatte, in fondo della stessa identica pasta, basata sulla violenza, l'umiliazione e la sopraffazione.
E i buoni propositi morali dell'inizio saranno ben presto travolti da questa evidenza, capace di corrompere anche l'apparentemente savio Edward.
La serie è girata magistralmente, le musiche originali sono fantastiche. Il cast vede protagonista il bel tenebroso Theo James nei panni di Edward e una serie di ottimi comprimari, tra cui tre attrici brave e bellissime: Kaya Scodelario nei panni di Susie (la figlia del boss), la francese Gaia Weiss e Ruby Sear nei panni di Gabrielle.
Si ride molto, la sceneggiatura è scoppiettante ed è un fuoco di fila di trovate (a tratti correndo anche il rischio di rendere esausto lo spettatore), che oscillano sui registri dei Coen, di Scorsese e di Tarantino.
Raccomandato.
Fabrizio Falconi - 2024
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