E' un libro che non si smette mai di rileggere e che ogni volta restituisce un tesoro di conoscenza.
Si tratta di uno di quei testi sapienzali che come accade per lo stesso I-Ching sembra rispondere diversamente ogni volta al lettore che lo interroga e che vi si accosta. Proponendo risposte ricche di implicazioni da decifrare, che hanno riscontro nelle vite di tutti.
Scritto, secondo la tradizione cinese, nel VI secolo a.C. dal leggendario Lao-tzu e, secondo i filologi, in un’età oscillante fra il VI e il III secolo a.C., il Tao-tê-ching è considerato il fondamento della religione e della scuola filosofica taoista.
Lao-tzu utilizza e interpreta categoria che all'epoca in cui egli scrive già esistevano e facevano parte della civiltà cinese arcaica: il Tao, cioè la «Via», regolatrice della totalità; il Tê, «Virtù», ma piuttosto nel senso di «potenza magica»; lo Yin e lo Yang, princìpi femminile e maschile; il Wu wei, cioè il «non-agire», ricetta della suprema efficacia.
Tali categorie vengono rielaborate dal Tai-te-Ching in brevi frasi apparentemente semplici, che possiedono una risonanza infinita e pur rasentando la paradossalità esprimono idee di pura evidenza, illuminanti nella introspezione dell'animo umano.
In particolare - in pieno contrasto con l'ideologia preminente nella civiltà occidentale - il Tao-te-ching è una esaltazione della debolezza e della mollezza come antidoto alla forza e alla durezza umana, che causano i più grandi disastri, nelle vite individuali e in quella collettiva.
Pratica il non agire. Impegnati a non essere indaffarato (LXIII), scrive Lao-Tzu, Più vai lontano, meno conosci. Per questo il saggio conosce senza spostarsi, riconosce senza vedere, compie senza agire. (XLVII)
Fai vivere le creature, nutrendole e trattandole come se fossero tue, senza aspettarti nulla in cambio. Lasciale crescere e non pretendere di possederle e governarle. Questa è la virtù più misteriosa. (X)
In poche pagine si dipana una saggezza difficile e antica, che si basa sull'accettazione della trasformazione e sull'essere predisposti e consistenti per il cambiamento. Come ogni bambino che nasce che - scrive Lao Tse - è molle e debole, e proprio per questo cresce e diventa colmo di pienezza. Per questo chi muore è duro e rigido.
Non bisognerebbe mai dimenticarlo.
Ho letto questo libro in diverse edizioni scritte da diversi traduttori o traduttori italiani di traduttori stranieri e non mi hanno convinto, allora me lo sono tradotto io seguendo il testo originale e pubblicherò la mia traduzione nel 2022 nelle librerie online. Chi volesse leggere la mia interpretazione, può trovare informazioni cliccando sul mio nome in questo commento che indirizza alla mia pagina twitter dove tengo un diario con le informazioni necessarie a trovare la mia traduzione.
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